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Istituite le Zone Economiche Speciali in Sicilia, tra opportunità e occasioni perse

Istituite le Zone Economiche Speciali in Sicilia, tra opportunità e occasioni perse

Con la firma del decreto da parte del ministro per il il Sud e la Coesione territoriale, on. Giuseppe Provenzano, prendono corpo in Sicilia le Zone Economiche Speciali (Z.E.S.).

Saranno due, una per la Sicilia occidentale, l’altra per quella orientale per una estensione di sei mila ettari di superficie ed interessando aree di sviluppo industriale, aree portuali e retroportuali ma anche di diversi Comuni.

Le Zes possono, in questa “Fase 2” dopo la pandemia da Covid-19, rappresentare una vera opportunità di sviluppo dell’isola intercettando quei flussi di di capitale e di investimenti capaci di generare sviluppo nel prossimo futuro, mentre da parte della Regione Sicilia ci si aspetta un ulteriore intervento per la concessione del credito d’imposta aggiuntivo per le imprese che vorranno investire nelle zone previste dal decreto.

La Zes della Sicilia occidentale comprende, tra l’altro, il porto di Palermo, il mercato ortofrutticolo con la stazione ferroviaria di Sampolo, Brancaccio, ma anche Trapani ed il suo aeroporto, i vari porti di Mazara del Vallo, Licata e Porto Empedocle, le aree industriali di Aragona e Favara, ed altre aree di diversi Comuni dell’interno.

La Zes della Sicilia orientale, molto più estesa, comprende le aree industriali di Belpasso e di Paternò, di Gela, diverse aree della zona del messinese, nonché l’aeroporto di Comiso, diversi Comuni sia dell’interno che sulla costa jonica come Acireale; mancano Riposto e Giarre, che non potranno così usufruire di tutti quei benefici economici e fiscali che sono previsti dalla legge n. 91/2017.

Domenico Pirracchio

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