Linguaglossa ed il versante Etna Nord: ancora un'ennesima stagione "sprecata" -
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Linguaglossa ed il versante Etna Nord: ancora un’ennesima stagione “sprecata”

Linguaglossa ed il versante Etna Nord: ancora un’ennesima stagione “sprecata”

Lo sottolinea in un documento il comitato spontaneo degli operatori economici locali, costituitosi nei mesi scorsi per protestare contro la situazione di stasi in cui, ormai da diversi anni, continua a versare il turismo che dovrebbe ruotare attorno alla stazione di Piano Provenzana assicurando benessere, occupazione e sviluppo agli abitanti del luogo

Dopo le pubbliche proteste dei mesi scorsi (cui si riferiscono le foto di seguito pubblicate), tornano a farsi sentire gli operatori economici aderenti al Comitato Spontaneo “Linguaglossa Unita per lo Sviluppo”, costituitosi per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, degli amministratori comunali sull’esigenza di sfruttare al meglio l’attrattiva turistica del versante Nord dell’Etna, che arrecherebbe senz’altro benefici all’intera comunità locale.

Tarda infatti ad arrivare il bando definitivo, atteso da ben sette anni, per la gestione della pista che da Piano Provenzana conduce ai crateri. Sino ad oggi sono stati effettuati affidamenti ed emanati bandi della durata massima di un anno, ossia un esiguo lasso temporale che non consente quella programmazione in grado di garantire delle serie possibilità di sviluppo economico. L’attuale Amministrazione Comunale linguaglossese, guidata dal sindaco Salvatore Puglisi, ha messo al riguardo in campo un project financing che però, per motivi burocratici e forse pure di fattibilità, è rimasto bloccato (su di esso pende anche un ricorso alla Procura della Repubblica).

Morale della favola: quest’anno sul versante Nord del Vulcano non è stato possibile effettuare alcuna escursione.

Da qui il duro documento di protesta diramato qualche giorno fa dai rappresentanti del Comitato “Linguaglossa Unita per lo Sviluppo”.

«Sono passati più di due mesi – scrivono gli operatori economici locali – da quando l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale si sono incontrati per decidere quale fosse la strada da intraprendere per il futuro di Piano Provenzana, ma sta di fatto che la situazione resta ancora “indecifrabile”. Intanto si continuano a spedire quegli sparuti malcapitati turisti da Etna Nord ad Etna Sud, ingrossando le fila di quelle migliaia di persone che giornalmente affollano la zona del Rifugio Sapienza, nel territorio del Comune di Nicolosi.

«E dire che, esattamente due anni fa, l’attuale Amministrazione Comunale linguaglossese veniva eletta a gran furore ed all’insegna di slogan quali “il nuovo che avanza” ed “insieme si vince”. Di fronte a tale compattezza politica, mai vista negli ultimi trent’anni, appariva certa una “rivoluzione” sociale ed economica. Le idee ed i progetti sbandierati facevano “annichilire” i precedenti amministratori: un ufficio comunale distaccato a Piano Provenzana (inesistente!…), un capitolo del Bilancio dedicato esclusivamente a Piano Provenzana (inesistente!…) ed una finanza di progetto snella, veloce, coinvolgente e fattibile sia economicamente che tecnicamente (inesistente!…).

«La verità è che un bene pubblico importantissimo, potenziale sicura fonte di attrazione turistica e conseguente sviluppo economico, è stato trasformato in una “patata bollente” che salta di mano in mano dall’anno 2013. E questa “patata” è talmente “bollente” che viene chiesto ai sempre “invidiosi vicini” se la vogliono loro…

«Da un lato, dunque, ci si ritrova con un’Amministrazione Comunale che non riesce a fare da “collante” tra le varie fasce sociali, e dall’altro con una comunità affetta da “inebitudine”, ossia quella particolare “patologia” che trasforma l’indignazione quotidiana in fiumi e “fumi” di parole inconcludenti, per poi magari sfociare in “accordicchi” sottobanco, per lo più sterili. È da chiedersi come, sia gli amministratori che i cittadini, riescano ancora a dormire sonni tranquilli: i primi continuano a declinare le proprie responsabilità rivolgendosi a svariati professionisti, spesso privi di competenza, mentre i secondi continuano a mettere la testa sotto la sabbia lasciando il “di dietro” alla mercé del primo che passa.

«Si sappia, intanto, che per Linguaglossa il vero “anno zero” non è quello cui si è inneggiato in certi “spot”, bensì il 2002: è da allora che la nostra comunità, un tempo prosperosa, ha invertito il proprio trend di crescita economica e sociale, sino ad arrivare ad una situazione paragonabile a quella del dopoguerra. Lo dimostra la fuga dei nostri giovani, che nel loro paese non riescono ad interloquire col mondo del lavoro, legato purtroppo al mondo politico, e che all’inesistente turismo dell’Etna preferiscono quello di luoghi in cui di turismo effettivamente si vive. E lo dimostra anche la nascita a Linguaglossa di attività economiche ed imprenditoriali fini a se stesse, prive di una visione complessiva di sviluppo e molto vicine all’accattonaggio».

Rodolfo Amodeo

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