Giarre, ancora capitale delle incompiute: primato "difeso" con i denti -
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Giarre, ancora capitale delle incompiute: primato “difeso” con i denti

Giarre, ancora capitale delle incompiute: primato “difeso” con i denti

Giarre sembra ancora “difendere” con i denti  il suo triste primato nazionale di città con il maggiore numero di opere incompiute. Tuttavia, a fronte di una impietosa statistica, nell’ultimo decennio, alcune delle principali opere sono state rivitalizzate. Sorte diversa, invece, per quelle opere destinate ad avere un futuro e, che, invece, paradossalmente, entrano nella lista nera.

Un caso emblematico è rappresentato dal micro asilo di via Russo a Macchia che, nonostante sia stato rinfunzionalizzato con i fondi Pac, rischia la deriva dopo la mancata attivazione e di essere di preda, in attesa del bando gestionale, di altri ignobili furti e incursioni vandaliche.

L’ultima “aggressione” al micro nido di Macchia, avvenuta la scorsa estate, ha provocato danni materiali per oltre 10 mila euro.

Migliore sorte è toccata, per fortuna, ad altre infrastrutture pubbliche che, dopo lungo tempo, sono state consegnate alla collettività: Il centro diurno di via Berlinguer, attivato nei mesi scorsi dopo numerosi passi falsi.

Prima ancora l’ex mercato dei fiori, realizzato negli anni ‘90 sotto la piazza di Trepunti, convertito in autoparco comunale. Mentre ormai da svariati anni non è più una incompiuta anche il parcheggio multipiano di piazza Jolanda, completato e messo in funzione attraverso un project financing, seppure al centro di vibrate polemiche.

Diversamente, invece, per la piscina di Trepunti, il futuro, dopo quasi 30 anni di oblio, appare ancora nebuloso. Analogo il copione per il centro polifunzionale annesso alla piscina il cui cemento fortemente degradato dalle intemperie è visibilmente a rischio cedimento.

L’ex scuola media di via Bella a San Giovanni Montebello, ridotta ad un gigantesco rudere. C’è poi lo stadio di atletica leggera di via Callipoli, al cui interno è stato completato un eliporto.

L’impianto sportivo (teatro di recente di una importante esercitazione di protezione civile) con le tribune che svettano per decine di metri, rimane in attesa di un finanziamento importante che possa rendere definitivamente agibili gli spalti.

E inoltre le opere cementizie che si trovano all’interno dell’area perimetrale del parco Chico Mendes di viale Don Minzoni: fra le tante rimane ancora in piedi lo scheletro di un’ardita costruzione di forma piramidale destinata a ristorante. Una porzione del parco è stata privatizzata con la realizzazione di un’area ludica resa fruibile ai cittadini.

Infine, ma non meno importante, il teatro “nuovo” che attende dal lontano 1953 di essere completato. L’opera, inserita nel Contratto di quartiere, attraverso il quale sarebbe stata completata e resa fruibile, purtroppo sembra invece essere destinata a mantenere il suo status di incompiuto; i lavori di restauro sono stati sospesi dall’impresa per ragioni contrattuali – ormai quasi tre anni – e mentre si susseguono i furti all’intero del complesso teatrale e nel cantiere, non vi sono ancora prospettive chiare sul destino di questa opera desiderata e sognata da lunghi decenni.

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