Giarre: violenze, abusi e feste hard I PARTICOLARI -
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Giarre: violenze, abusi e feste hard I PARTICOLARI

Giarre: violenze, abusi e feste hard  I PARTICOLARI

Storie di presunti soprusi, umiliazioni e abusi perpetrati per lungo tempo ai danni di una famiglia, i cui componenti, padre madre e figlio, risultano tutti affetti da ritardo mentale, così come confermato dalle relazioni dei Servizi sociali del Comune. Uno spaccato venuto alla luce al termine di una complessa e delicata indagine condotta dalla polizia del commissariato di Acireale, conclusasi con l’arresto di due fratelli, entrambi di Giarre.

LA VICENDA A denunciare i gravi fatti alla polizia, nel novembre scorso, sarebbero stati gli stessi componenti del nucleo familiare. I due, secondo l’accusa, approfittando della condizione di disabilità dei tre componenti familiari, per lungo tempo (i fatti risalgono al 2015) avrebbero ottenuto, sotto la minaccia di pesanti ritorsioni, commissioni esterne, la cura dell’orto e altri servizi. Come anticipato ieri sarebbe emerso uno spaccato inquietante, tra cui una presunta violenza di gruppo perpetrata ai danni di un componente della famiglia.

LA FESTA HARD In una circostanza il figlio sarebbe stato sessualmente “svezzato” con la complicità di una prostituta che – stando all’accusa della Procura – avrebbe preso parte ad un incontro hard in un luogo di campagna, a Macchia di Giarre, che sarebbe stato ripreso con un cellulare dai uno due “organizzatori” finiti in manette, il 9 dicembre scorso su ordinanza del Gip di Catania. Immagini che, però, non sarebbero state trovate dagli investigatori che si sono avvalsi solo di una serie di testimonianze. In quella circostanza la giovane vittima sarebbe stata legata ad un cancello subendo passivamente le molestie sessuali della donna.

VESTITO DA DONNA Non solo. In un altro episodio sempre il figlio mentalmente disabile sarebbe stato costretto a vestirsi con abiti da donna per essere poi fotografato e sbeffeggiato sui social, così come riferito alla polizia dalle vittime. La Procura di Catania, aveva chiesto per i due fratelli la misura della custodia cautelare in carcere per i reati di violenza sessuale e atti persecutori, ma il Gip di Catania, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, ha ritenuto di applicare nei loro confronti gli arresti domiciliari.

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