Linguaglossa e gli “angeli” dell’Avis -
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Linguaglossa e gli “angeli” dell’Avis

Linguaglossa e gli “angeli” dell’Avis

Nel Comune etneo la cultura della donazione del sangue risulta essere particolarmente diffusa grazie alla locale sezione dell’associazione nazionale di volontariato, fondata oltre trent’anni fa e da sempre guidata dallo “storico” presidente Carmelo D’Agostino. Attualmente può contare su centosettanta soci donatori attivi che consentono di raccogliere annualmente circa duecentosessanta flaconi del preziosissimo liquido ematico

Ancora una domenica all’insegna della solidarietà quella di ieri a Linguaglossa, dove per l’intera mattinata la locale sezione dell’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) ha raccolto oltre quaranta flaconi del prezioso liquido ematico nell’ambito di una delle “Giornate della Donazione” che il sodalizio di volontariato organizza a cadenza pressoché trimestrale in Piazza Garaffa, dirimpetto all’immobile che ospita la sede avisina linguaglossese. Quest’ultima però, così come tante altre disseminate sul territorio nazionale, ormai da tempo non può ospitare le operazioni di prelievo in quanto la legislazione vigente in materia richiede che esse abbiano luogo in ambienti dotati di particolari e piuttosto restrittivi requisiti. Anche ieri, dunque, le donazioni sono state effettuate all’interno di due autoemoteche messe a disposizione dalle Avis di Giarre ed Acireale.

Quella di Linguaglossa è una delle sezioni Avis più attive della Sicilia, grazie soprattutto all’impegno dello “storico” presidente Carmelo D’Agostino, che trentaquattro anni fa si prese la briga, insieme ad altri volontari, di diffondere nel suo paese la nobile cultura della donazione. E non è certo un caso se alla guida dell’Avis linguaglossese D’Agostino lo è ininterrottamente sin da quel lontano 1981, da allora sempre rieletto all’unanimità. Ad affiancarlo nel Consiglio Direttivo sono attualmente la vicepresidente Carmelina Lo Giudice, il tesoriere Egidio Vecchio e la segretaria Maria Concetta Raiti.

Sotto la sapiente ed appassionata gestione del presidente D’Agostino, l’Avis di Linguaglossa è arrivata oggi ad annoverare ben centosettanta soci donatori attivi (alcuni dei quali provenienti anche dai Comuni limitrofi, come Castiglione di Sicilia) che consentono di raccogliere mediamente il ragguardevole quantitativo di duecentosessanta sacche di sangue all’anno. Alcuni anni addietro, addirittura, gli avisini linguaglossesi furono premiati dalla Regione Siciliana in quanto la loro sezione risultò essere in testa su tutti i Comuni dell’isola quanto a numero di donazioni. Oltre che nelle giornate in piazza, come quella di ieri, i volontari, nell’intento di diffondere la cultura della donazione presso le giovani generazioni, organizzano di tanto in tanto delle raccolte di sangue anche nel plesso del locale Liceo Scientifico e Linguistico “Michele Amari”.

Come prima accennavamo, questa bella e riuscitissima esperienza di consapevole e disinteressato impegno a difesa della vita altrui ha avuto ufficialmente inizio nel 1981, ma in realtà affonda, sia pur indirettamente, le proprie origini nel 1968, quando nella Sicilia Occidentale un violentissimo terremoto devastò i numerosi Comuni della Valle del Belice. Allora, colui che sarebbe assurto a presidente dell’Avis di Linguaglossa, si trovava in Svizzera, dove esercitava l’attività di metalmeccanico praticando al contempo la donazione del sangue insieme a tanti altri emigrati italiani, che nella città di Berna fondarono una sezione avisina, di cui D’Agostino divenne in seguito il presidente. E quella “cellula” elvetica dell’associazione nazionale nata a Milano nel 1927, si prodigò in maniera generosissima e determinante per venire in soccorso dei terremotati del Belice, inviando loro ben novemila flaconi di sangue.

Pertanto, alla luce dell’esemplare impegno da lui profuso in terra svizzera anche in favore dei suoi conterranei siciliani, D’Agostino si conquista la stima dei vertici italiani dell’Avis, che lo spronano a costituire una sezione dell’organizzazione nel suo Comune natio, “impresa”, questa, in cui il generoso linguaglossese si getta a capofitto, inizialmente facendo la spola con la Svizzera per poi, una volta raggiunta l’età della pensione, stabilirsi definitivamente nel paese etneo dove, il 16 febbraio del 1981, lui e gli altri soci fondatori (con in testa la compianta Concettina Pafumi) sottoscrivono, dinnanzi al notaio Ferruccio Saglimbene, l’atto costitutivo dell’Avis di Linguaglossa. Ha inizio così un’esaltante avventura che, in oltre un trentennio, ha coinvolto almeno sette generazioni di linguaglossesi i quali, mettendo disinteressatamente a disposizione il loro “oro rosso”, hanno sicuramente contribuito a salvare parecchie vite umane.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: la sede dell’Avis di Linguaglossa, in Piazza Garaffa, con le antistanti autoemoteche durante la Giornata della Donazione di ieri ed il presidente Carmelo D’Agostino

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