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Tre Comuni uniti nella lotta allo stalking

Tre Comuni uniti nella lotta allo stalking

La propensione alla prevaricazione è sempre stata una prerogativa appannaggio dell’uomo. Malgrado l’iter evolutivo seguito dall’essere umano, è infatti ancora riscontrabile, soprattutto nell’uomo, la tendenza ad estrinsecare dinamiche comportamentali scevre da logiche improntate alla razionalità. Non per un caso, la manifestazione di atteggiamenti i quali sfociano in intimidazioni, purtroppo rappresenta spesso soltanto lo stadio iniziale di un percorso vocato alla sopraffazione.

Il passo successivo compiuto dallo “Stalker” (molestatore) si sostanzia infatti nel ricorso ad una violenza dettata dalla consapevolezza che le minacce non abbiano sortito nella vittima il condizionamento psicologico desiderato. Il più delle volte, i soggetti destinatari di queste forme di prepotenza sono le donne. L’uomo infatti identifica nelle donne quei soggetti che per natura, non sono in grado di contrastare l’irruenza maschile. Inoltre, egli riconosce negli individui di sesso femminile dei soggetti che, per timore di essere vittime di violenza, soggiacciono supinamente a soprusi o a toni verbali intrisi di minaccia.

La costruzione di una società antropocentrica e strutturata utilizzando schemi e codici che relegano la donna in una condizione di subalternità, è stata sicuramente determinante nel consolidamento della differenza tra i sessi. Il predetto fenomeno infatti consta spesso di implicite coercizioni, nei riguardi dei soggetti di sesso femminile, radicatesi a tal punto da essere inconsciamente da loro accettate. Tuttavia il panorama della violenza di genere include anche i minori o bambini, i quali, oltre ad assistere a fenomeni di violenza domestica, sono a volte costretti a subìre dai genitori atteggiamenti che limitano la loro libertà o che condizionano la loro serenità.

Chiusa questa parentesi, l’assessore alle pari opportunità Piera Bonaccorsi, assurta nel 2013 a promotrice dell’istituzione di uno sportello anti-stalnking figlio di un protocollo d’intesa siglato dall’ente comunale con l’associazione “La Nereide” di Siracusa, ha pensato di coinvolgere i Comuni viciniori nella costruzione di una rete tesa a tutelare le donne maltrattate o in generale i soggetti vittime di violenza di qualsiasi forma. Dopo essersi ispirata, ai fini della nascita dello sportello anti-violenza, a quella convenzione di Istanbul nata per contrastare la violenza sulle donne, l’assessore Bonaccorsi ha pensato di attivarsi affinchè altri Comuni condividessero l’idea di un centro di ascolto che si interfacciasse con le donne vittime di violenza. L’intento di convincere i Comuni dell’hinterland jonico-etneo a istituire degli sportelli complementari al centro anti-stalking “Maria Rita Russo”, si è tradotto nel raggiungimento dell’obiettivo perseguito.

I Comuni di Fiumefreddo di Sicilia e Piedimonte Etneo, nella cornice del salone degli specchi del palazzo di città di Giarre, hanno infatti siglato un protocollo d’intesa con il predetto comune, al fine di attivare nei loro territori, sportelli di ascolto chiamati ad erogare un servizio di assistenza e dunque consulenza gratuita in sinergia con il centro-anti violenza di Giarre. La consapevolezza che gli apparati istituzionali possano, soprattutto in termini di finanziamenti, attenzionare maggiormente il tema della violenza di genere se esso è trattato da enti pubblici, ha spinto dunque i tre centri Jonico-etnei a fare fronte comune al fine di contrastare con maggiore efficacia una delle piaghe della società odierna come quella predetta .

Soddisfatta l’assessore alle Pari Opportunità di Piedimonte Etneo Enrichetta Pollicina: “E’ arrivato il momento di cogliere una grande opportunità, poiché la delega per le pari opportunità in precedenza non esisteva. Grazie alla sinergia tra consulta per le pari opportunità e assessorato competente, a Piedimonte Etneo abbiamo promosso la giornata mondiale del 25 novembre contro la violenza sulle donne, così come anche la giornata dell’8 marzo. Lo sportello di ascolto a Piedimonte, è stato concepito con la consapevolezza che avvicinare le donne è fondamentale per farle parlare e dunque aprire su un tema come la violenza, che spesso induce alla reticenza. Il progetto è nato grazie alla consulta delle pari opportunità”.

Aggiunge invece Ilenia Zingales, componente della consulta delle Pari Opportunità del Comune di Piedimonte Etneo e direttore di progetto: “Il progetto riguardante l’istituzione del centro di ascolto, è stato sottoposto all’attenzione del sindaco Ignazio Puglisi. Il sindaco ha accolto la nostra proposta. Il progetto è stato successivamente trasmesso all’assessorato regionale alle pari opportunità ai fini dell’ottenimento di un finanziamento poi concesso e pari ad un importo che si aggira attorno a mille euro. Il decreto di finanziamento è stato pubblicato a marzo. Il progetto prevede l’istituzione di un centro di ascolto che punta alla presa in carico di problemi di donne che hanno subìto violenza, maltrattamento in famiglia o che hanno problematiche da sottoporci. Il centro di ascolto si avvale di figure professionali come un consulente legale e un assistente sociale. Va però precisato che non si tratta di un centro anti- violenza. Non abbiamo infatti la strumentazione necessaria per funzionare come un centro che sia tale. Gli utenti che esponessero casi di grave violenza o maltrattamento, non saranno trattati da noi. Ecco perché ci avvarremo della collaborazione con Giarre. Lo sportello è già stato attivato e si appoggerà al centro anti-violenza di Giarre. Abbiamo avuto già segnalazioni, da parte della stazione del comando dei carabinieri di Piedimonte Etneo, di casi da trattare. Tuttavia, per uniformarci agli altri sportelli, abbiamo pensato di aprire il centro di ascolto il giovedì pomeriggio, dalle 16 alle 18, in concomitanza con gli altri sportelli. Fino ad ora abbiamo invece ragionato intervenendo all’occorrenza, e quindi sulla base delle esigenze palesatesi. Ci tengo a precisare che noi della consulta presteremo la nostra professionalità gratuitamente. Ciò che ci viene finanziato sarà messo a disposizione in funzione dell’organizzazione di altre attività come per esempio un intervento di sensibilizzazione nelle scuole. Abbiamo inoltre proposto all’amministrazione di aderire ad una rete regionale anti-violenza con una manifestazione di interesse. Ciò non ha nessun costo economico. Aggiungo anche che abbiamo un partenariato con il comune di Torino contro la violenza sulle donne. Tornando al tema del centro di ascolto, il bando regionale prevedeva la possibilità che l’ente che presentasse il progetto provvedesse ad un cofinanziamento. Per il fatto stesso che il comune ha contribuito in tal senso, ha ottenuto una premialità di 5 punti sul progetto. Il Comune di Piedimonte Etneo è stato comunque l’unico ente pubblico ad ottenere il finanziamento. Il nostro comune, metterà dunque a disposizione personale proprio per le attività da svolgere all’interno del progetto.

Soddisfatto anche l’assessore alle pari Opportunità del Comune di Fiumefreddo di Sicilia, Sonia Gambino: “Abbiamo firmato questo protocollo d’intesa con i comuni di Pedimonte Etneo e di Giarre, in quanto il fenomeno della violenza di genere è oramai diventato un tema così scottante da dover essere trattato con le pinze. Sappiamo che la cooperazione in sinergia e dunque l’ottimizzazione della rete di servizi formulata a sostegno delle emergenze, rappresenterà un’occasione per migliorare la qualità delle prestazioni offerte. I locali che ospitano i servizi sociali, ubicati in va Diaz n° 3, ospiteranno figure professionali qualificate come la comunicatrice Rita Patanè e l’avvocato Giusi Contarino”.

Soddisfatta anche l’assessore alle Pari Opportunità del comune di Giarre Piera Bonaccorsi: “Lo sportello rosa del Comune di Giarre, nato per fronteggiare le emergenze che riguardano donne vittime di stalking o violenza autentica, è già inserito nel numero di rete telefonica nazionale 1522. Se l’utente sta vivendo una situazione d’emergenza viene collegata alle forze dell’ordine. Mi preme precisare che lo sportello si avvale di personale qualificato. Non per un caso l’anno scorso si sono svolti due corsi funzionali alla necessità di formare il personale. Il personale consta di figure professionali come pedagogiste, avvocati, psicologi e assistenti sociali. Per quanto concerne il codice rosa,già impiegato in diverse aziende sanitarie ospedaliere siciliane nell’ambito di un pronto soccorso, intendiamo chiederne l’attivazione. Tuttavia non deve accadere che chi è vittima di maltrattamenti raggiunga un pronto soccorso in cui inevitabilmente sia esposta a mille sguardi. Il codice rosa è un codice di priorità. Sarà necessaria una stanza o meglio un’unità di psicologia e dunque un ambiente dove persone spiccatamente formate colleghino l’utenza alla procura e alle forze dell’ordine”.

Un’altra donna che sembra vicina a firmare il protocollo d’intesa è l’assessore alle politiche sociali del comune di Sant’Alfio, Laura Leonardi: “Mi sto impegnando ai fini della realizzazione di uno sportello rosa anche a Sant’Alfio. Mi preme battermi per l’istituzione di uno sportello a supporto di donne vittime di maltrattamenti o di violenza psicologica. Stiamo cercando di individuare una sede idonea”. Vicino alla firma del protocollo d’intesa anche il Comune di Mascali.

Umberto Trovato

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