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Catania: il 27 luglio 1992 la mafia assassinava Giovanni Lizzio, ispettore capo della Polizia 

Catania: il 27 luglio 1992 la mafia assassinava Giovanni Lizzio, ispettore capo della Polizia 

Il 27 luglio 1992, a Catania, la mafia assassinava Giovanni Lizzio, 47 anni, ispettore capo della Polizia di Stato presso la Questura Catania, per la sua attività contro il racket del pizzo.

giovanni lizzio3Lizzio venne ucciso, mentre tutti i prefetti della Sicilia orientale si erano riuniti a Catania per decidere sulle modalità dell’impiego antimafia dei militari dell’Esercito. L’ispettore Giovanni Lizzio, sposato e padre di due figlie, era un uomo e un poliziotto a schiena dritta che, dopo aver operato per anni alla Squadra Mobile, successivamente aveva assunto la direzione di uno speciale nucleo di poliziotti che si occupava specificamente di lotta alle estorsioni.

Lizzio non era solo un uomo d’azione, era anche una sorta banca dati, la memoria storica della Questura, perchè conosceva tutti i nomi dei vecchi e dei nuovi mafiosi catanesi.

I killer sono entrati in azione intorno alle ore 21.15, quando l’ispettore Lizzio, a bordo della sua Alfetta, era incolonnato al semaforo di via Leucatia, all’ incrocio con via Pietro Novelli, e stava rientrando a casa, a Fasano, un quartiere di Gravina di Catania. L’auto di Lizzio è stata affiancata da due giovani a bordo di una moto: uno dei due ha esploso alcuni colpi di pistola (con un revolver calibro 38) attraverso il finestrino semiabbassato, colpendo Lizzio alla testa e al torace.
“È un agguato chiaramente firmato dai vertici mafiosi – aveva dichiarato l’allora nuovo questore Giuseppe Scavo –. Appena dieci giorni fa Lizzio si stava occupando di inchieste particolarmente delicate e anche delle confessioni di un pentito. L’ ispettore Lizzio era uno dei poliziotti con maggiore esperienza a Catania. Era molto conosciuto in città ed era considerato un pilastro della Squadra mobile”.

L’ispettore Giovanni Lizzio, un pilastro, insieme ad altri pilastri… Il giornalista Pippo Fava e l’avvocato Serafino Famà. Sangue del nostro sangue, carne della nostra carne. A schiena dritta.
Dai social, ieri, la figlia Grazia ha commentato,”rivolgendosi” al padre: “Anche questo giorno è trascorso… un po così… Triste nel ricordo 27/07/1992… 23 lunghi anni… senza il tuo sorriso…”.

 Orazio Vasta

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