Aci Trezza: da zona terremotata a zona degradata -
Catania
19°

Aci Trezza: da zona terremotata a zona degradata

Aci Trezza: da zona terremotata a zona degradata

Le foto qui pubblicate non sono state realizzate in un’area periferica degradata ma ad Aci Trezza, fra la centralissima e trafficatissima via Provinciale e la via Guarnaccia, ad un centinaio di metri dal Lungomare dei Ciclopi.

Via provincialeQuello che mostrano le foto sono il frutto di un avvenimento che ci porta indietro nel tempo ad un decennio fa quando, a causa di una scossa di terremoto, alcuni palazzi, attaccati uno all’altro, vennero dichiarate pericolanti e, quindi, fatti sgomberare con il successivo ordine d’abbattimento. I palazzi vennero abbattuti tutti tranne uno (nella foto, coperto dalla vegetazione), un altro non è mai stato ricostruito (nelle foto, l’area è ormai una sorta di discarica), 4mentre gli altri sono stati ricostruiti. La palazzina che non è stata abbattuta, nella parte che si affaccia su via Guarnaccia, è  “sostenuta” da impalcature per evitare cedimenti e crolli. Tutto questo (vedi la foto di copertina) comporta l’interruzione della stessa strada e tutto questo si perpetua da anni!
Cosa si attende, la scossa giusta dell’Etna per radere tutto al suolo? E per la discarica si attendono le fiamme per “bonificare” il tutto? Ma non è finita qui.

Infatti, alcuni anni dopo l’abbattimento dei palazzi, ulteriori controlli determinarono che non esisteva – o non era mai esistito? – il pericolo di crollo ma, ormai, dei danni irriversibili erano avvenuti. Uno di questi danni ha un nome e cognome: Attilio Castrogiovanni che gestiva nel piano terra della palazzina che non è stata abbattuta, un piccolo ristorante meta di turisti e di palati raffinati. La chiusura forzata del locale fu per il Castrogiovanni l’inizio di una vera e propria agonia. Chi scrive l’ha incontrato per una intervista, subito dopo la notizia che la “sua” palazzina non era più considerata “pericolante”. Era un uomo amareggiato e a tratti rabbioso e, facendo riferimento alla storia della sua famiglia – suo nonno Attilio negli anni successivi allo sbarco angloamericano in Sicilia è stato un combattente per l’Indipendenza dell’Isola e, successivamente, stimato sindaco di Linguaglossa – mi disse: “Il grande Attilio Castrogiovanni è stato definito “l’uomo della rabbia”. Anch’io, oggi, mi definisco così”.

Ma il cuore del ristoratore Castrogiovanni non ha retto più di tanto e c’è chi sostiene che, spesso, di notte, si sentano provenire dal “ristorante” vuoto, rumori di bicchieri e di piatti. Suggestione popolare? Chissà…

Orazio Vasta

Potrebbero interessarti anche