Valverde, manca l’acqua: si incatena per protesta -
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Valverde, manca l’acqua: si incatena per protesta

Valverde, manca l’acqua: si incatena per protesta

Valverde protesta 2Da alcuni anni a Valverde si registra una penuria d’acqua, con grave ripercussioni sui cittadini. Disservizi idrici che costringono i cittadini a risparmiare il prezioso liquido, nella pulizia personale e domestica. Quartieri dove arriva l’acqua a giorni alterni, in alcuni per qualche ora, e ancora deve arrivare la stagione calda.

Sullo spinoso problema, mercoledì 6 maggio scorso abbiamo pubblicato le dichiarazioni del vicesindaco Gaetano Marziano che ha elencato quali sono stati i problemi dell’acqua a Valverde, quali sono oggi, e i provvedimenti che in atto sta prendendo il Comune di concerto con Acoset. I cittadini sono esasperati per la grave situazione idrica, al punto che potrebbero nascere dei disordini.

Ieri, mercoledì 13 maggio, un cittadino, Rosario Scandurra di 37 anni, accompagnato da un bidone vuoto e un cartello che recitava “l’acqua è di tutti” si è incatenato all’ingresso del Municipio.

Valverde protesta 3Scandurra ci ha rilasciato una dichiarazione per spiegare il suo gesto di protesta: “il problema dell’acqua a Valverde è decennale. Oggi si è aggravato, e non si riescono a trovare soluzioni. L’Acoset da sempre ha questa tipologia di problemi che non intende risolvere, infischiandosene completamente dei cittadini che regolarmente pagano le bollette. Oggi sono qui incatenato per dare voce ai cittadini, prendendo questa decisione drastica. L’acqua è un diritto dei cittadini. Come ben sapete in Italia ci fu un referendum dove il 90% dei cittadini, votò a favore dell’acqua pubblica. È giunta l’ora di eliminare questi Consorzi che continuano a speculare e guadagnare soldi sulla pelle dei cittadini. Oggi mi ritrovo davanti al Comune di Valverde per rappresentare i cittadini che hanno il problema dell’acqua. Mi auguro che l’amministrazione comunale valverdese faccia la sua parte. Ho avuto anche la solidarietà del sindaco di Valverde, Rosario D’Agata, che mi ha detto che la mia protesta è anche sua, e mi ha detto che venerdì prossimo incontrerà il Prefetto di Catania. Mi auguro che tutto si risolva per il meglio, altrimenti sono pronto a fare lo sciopero della fame per accelerare la risoluzione di questa grave situazione. Io guardo oltre con la speranza che i nostri figli possano non vivere questo problema. Oggi ci ritroviamo a vivere questa situazione, in prossimità della stagione estiva, e la cosa potrebbe diventare ancor più grave. A me sembra una situazione paradossale, da Terzo mondo. Può capitare ogni tanto qualche intoppo.

Ma qua la cosa è assidua. Essendo l’acqua un bene primario, si potrebbe chiedere uno stato di emergenza. Aspetto che il sindaco mi riceva per avere notizie su come intende muoversi il Comune. Chiedo che vengano bloccate tutte le bollette dei cittadini che hanno avuto disservizi, e che vengano rimborsati i danni subiti per il disservizio alle tubature, autoclavi etc. Per chi vuole installare delle vasche per raccolta acqua e non ha la possibilità economica, l’Acoset se ne faccia carico, pagando le spese di installazione. Speravo che insieme a me, con la fascia tricolore, ci fosse stato il sindaco. La cosa grave è che nell’Acoset sono soci i Comuni e, quindi, sono in parte proprietari dell’Ente, e non riescono, a casa propria, a risolvere i problemi. Ancora oggi l’Acoset è un Ente che sforna poltrone d’oro per dirigenti, consulenti, revisori: i famosi posti di sottogoverno, tutti pagati dalle tasche dei cittadini”.

Michele Milazzo 

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