Messina, dal carcere gestiva gli “affari di famiglia”. Sgominata associazione dedita allo spaccio -
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Messina, dal carcere gestiva gli “affari di famiglia”. Sgominata associazione dedita allo spaccio

Messina, dal carcere gestiva gli “affari di famiglia”. Sgominata associazione dedita allo spaccio

Nella nottata di oggi, venerdì, e fino alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata Militello, in collaborazione con i rispettivi Comandi Arma del luogo, in Tortorici, Rocca di Capri Leone, Galati Mamertino, Milazzo, Centuripe (EN) e Catania, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 22 soggetti, coinvolti a vario titolo in una ramificata organizzazione criminale, con base in Tortorici, votata stabilmente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, cannabis indica e hashish.

Il nome dell’operazione, “Affari di famiglia”, scaturisce dal coinvolgimento di alcuni componenti della famiglia di Conti Mica Francesco nelle attività illegali gestite dal sodalizio criminale ed è diretto a sottolineare il vincolo associativo che unisce tutti gli indagati. Infatti, le disposizioni veicolate dal carcere giungevano agli affiliati del gruppo prevalentemente attraverso Bontempo Luisa, madre di Conti Mica Francesco, nonché Conti Mica Antonino, detto Massimo, zio paterno, i quali settimanalmente si recavano presso il carcere di Messina – Gazzi per effettuare i colloqui parentali con il Conti Mica Francesco stesso.

L’inchiesta giudiziaria, avviata nel mese di giugno 2011, condotta dai Militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata Militello, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti, dott.ssa Rosanna Casabona, è il frutto di una complessa ed articolata attività investigativa, compendiata da numerose attività di intercettazione, ambientali e telefoniche.
Le investigazioni hanno avuto inizio con le operazioni di intercettazione all’interno del Carcere di Messina – Gazzi, sul conto di Conti Mica Francesco, ritenuto il capo del gruppo criminale, detenuto per una rapina compiuta nella stessa Tortorici ai danni di un’anziana donna. In seguito il contesto di indagine è stato ampliato con una serie di ulteriori attività di intercettazione nei confronti degli altri indagati, nonché l’effettuazione di pedinamenti, di perquisizioni e contestuali sequestri di partite di stupefacenti.
In particolare, le indagini hanno riguardato un composito gruppo criminale, chiaramente riconducibile alla famiglia mafiosa di Tortorici, nello specifico la cosca dei c.d. Batanesi, i cui componenti risultavano avere il controllo diretto di numerose “piazze di spaccio” ramificate sull’intero territorio dei Nebrodi.
I canali di approvvigionamento di stupefacente utilizzati dal sodalizio criminale tortoriciano sono stati localizzati nelle città di Palermo, Catania e Centuripe (EN), presso soggetti anch’essi fidelizzati alla criminalità organizzata. Tali contatti sono stati agevolati dall’intervento presso dette fonti di approvvigionamento da parte dei maggiorenti della famiglia mafiosa di Tortorici.
Nel corso delle indagini, si è potuto stabilire un ruolo determinante svolto dai fratelli Alessandro e Mirko Talamo, i quali traducevano le disposizioni provenienti dal carcere da parte di Conti Mica Francesco, che a sua volta faceva riferimento ai maggiorenti delle cosche mafiose tortoriciane, agevolato anche dalla parentela con esponenti di spicco della medesima organizzazione criminale. Infatti, egli è il figlio dell’ergastolano Conti Mica Sebastiano, detto “bellocciu”, temuto killer del c.d. Clan dei Batanesi, nonché nipote del boss Bontempo Sebastiano, inteso vappu, ritenuto il capo del medesimo gruppo criminale, anch’egli condannato all’ergastolo.Il GIP del Tribunale di Patti, con l’ordinanza eseguita nella notte, ha ravvisato l’esistenza del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (ex art. 74 D.P.R. 309/90) e di numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, disponendo le seguenti misure cautelari:

– nr. 10 indagati colpiti dal provvedimento di custodia cautelare in carcere: Conti Mica Francesco, di anni 27, ritenuto il capo del gruppo criminale, i fratelli gemelli Alessandro e Mirko Talamo, di anni 27, considerati i luogotenenti del predetto, nonché gli affiliati Calà Campana Andrea, di anni 26, Galati Massaro Sebastiano, di anni 43, Barbagiovanni Giuseppe (detto gniupinu), di anni 28, tutti di Tortorici, ed ancora Bontempo Ventre Michele, di anni 29, residente a Rocca di Capri Leone, i catanesi La Monica Tindaro, di anni 37, e La Monica Phil Joe, di anni 24, ed infine Costanzo Zammataro Simone, di anni 23, residente a Centuripe.
– nr. 9 indagati colpiti dal provvedimento degli arresti domiciliari: Bontempo Luisa, di anni 43, Conti Mica Antonino (Massimo), di anni 36, Arcodia Maurizio (detto mafia), di anni 26; Calà Campana Carmelo, di anni 30, Costanzo Zammataro Antonino (detto karate), di anni 32, Marino Gammazza Salvatore, di anni 26, tutti di Tortorici, Anastasi Francesco, di anni 31, di Galati Mamertino, Conti Bellocchi Calogero Salvatore, di anni 26, di Torrenova, ed infine, C. S., di anni 32 anni, di Milazzo.
– nr. 3 indagati colpiti dal provvedimento di obbligo di dimora: Consales Giuseppe, di anni 30 di Tortorici, Conti Bellocchi Valentino, di anni 23, di Torrenova, e Talamo Luca, di anni 25, di Milazzo.

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