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Riposto, l’idillio si è rotto?

Riposto, l’idillio si è rotto?

Le dimissioni a sorpresa dell’assessore Daidone e il passaggio all’opposizione del gruppo “Libertà e Pensiero” aprono scenari di incertezza politica che, fino a poco tempo addietro, sembravano confinati nel regno delle fiabe

Una valanga in grado di cambiare il corso politico dell’Amministrazione Caragliano, oppure un fuoco di paglia per ottenere quella visibilità negata? Non è una domanda da poco quella che sta agitando le acque della vita politica ed amministrativa a Riposto in queste ore. Il via libera al vortice che sembra essere pronto a spazzare i proclami di rinnovamento e cambiamento della vita amministrativa ripostese è stato dato, nel corso della seduta consiliare dello scorso 11 marzo, dalle parole del consigliere ed assessore Biagio Daidone: “Egregio Signor Sindaco, con la presente sono a rassegnarle formalmente le mie dimissioni dall’incarico di Assessore e relative deleghe di codesto Comune, da lei affidatomi in seguito alle ultime consultazioni elettorali. Tale decisione trae origine da motivazioni di natura esclusivamente politica: nel corso delle settimane trascorse dall’incarico assessoriale, per me è diventato sempre più problematico riuscire a conciliare impegni politico-gestionali con un’azione amministrativa efficace e continua, legata a deleghe assegnate senza certezza di impegni; nonché la continua ed inopportuna intrusione di altri assessori della sua Giunta che surrettiziamente si sovrappongono alle deleghe di mia competenza”.

Parole che fanno pensare, soprattutto nella parte in cui si accenna a “deleghe assegnate senza certezza di impegni”. E anche quando si parla di “inopportuna intrusione di assessori… che surrettiziamente si sovrappongono alle deleghe” di competenze dello stesso Daidone. Ed il pensiero vola ad individuare a quali persone si faccia riferimento. E un altro pensiero vola veloce anche alla richiesta, fatta dai componenti di “Libertà e Pensiero” (Daidone, Maccarrone, Scalia, Virgitto), di una delega specifica per le questioni del lavoro, che avrebbe dovuto essere proprio di Daidone. Ma non solo… I soliti bene informati mormorano che i consiglieri di riferimento all’on. Luca Sammartino stessero aspettando di costituirsi in Art. 4 perché bisognava fare dei passaggi collegiali tra la deputazione regionale (in particolare tra l’on. Leanza e l’on. Sammartino) e che la costituzione improvvisa del gruppo Art. 4 in Consiglio Comunale da parte di Pappalardo Fiumara, Caltabiano e Facchi sia stata interpretata come un colpo di mano e che quindi se una soluzione bisogna trovare è probabile che venga trovata non a Riposto ma a Palermo e che al momento potrebbe prevedere, come unica possibilità di via di uscita, l’azzeramento della giunta ed una nuova squadra del sindaco senza consiglieri comunali in carica.

Il sindaco Caragliano, a fronte delle dimissioni a sorpresa dell’assessore Daidone, reagisce duramente (come da nostra precedente intervista Caragliano: non sono ricattabile AUDIO)  affermando: «Non sono un Sindaco ricattabile e non ammetto alcun tipo di coercizione politica». Frasi forti, che proseguono sulla stessa scia quando afferma che «la città di Riposto non può rimanere in sofferenza subendo passivamente il “tira e molla” esercitato da quattro consiglieri della mia maggioranza che, peraltro, mi accusavano di procedere troppo velocemente e da solo. Falso: la mia è stata, sin da subito, un’amministrazione collegiale, trasparente, determinata e che si esprime nell’interesse esclusivo dell’intera città. Evidentemente, questi consiglieri non hanno ancora capito come intendo la politica; quella politica a servizio della collettività; quella politica del dare, come faccio sin dal primo giorno del mio insediamento. Di un fatto sono comunque contento: finalmente, con queste dimissioni, si esce da questo spiacevole equivoco e ora, con assoluta serenità, posso guardare avanti con fiducia e determinazione nell’azione di rilancio della città». Per concludere con una pesante, stoccata finale: «Al gruppo consiliare Libertà e Pensiero, nel pieno rispetto del proprio motto, auguro la piena libertà e di pensare a lungo. Molto a lungo».

La risposta del gruppo consiliare di “Libertà e Pensiero” non si fa attendere. Ed anche qui i toni non sono certo accomodanti. I componenti di “Libertà e Pensiero” parlano di «un documento politico programmatico sottoposto all’attenzione di questa Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Caragliano, rispetto al quale non abbiamo ricevuto nessuna risposta; probabilmente non è stato ben compreso nei contenuti. Eravamo disponibili a renderlo più chiaro a coloro che avessero mostrato difficoltà a comprenderlo pienamente». Dalla premessa si passa ai motivi concreti che hanno determinato le dimissioni dell’assessore Daidone (che, ricordiamolo, per entrare in Giunta aveva “beneficiato” delle dimissioni dell’ex assessore ed attuale consiliare Rosario Caltabiano): «Ieri (martedì 11 marzo, n.d.A.) c’è stata la riunione di maggioranza alla quale il gruppo “Libertà e Pensiero” non è stato invitato; non ci sentiamo più parte integrante della maggioranza che ha sostenuto Vincenzo Caragliano seppure è grazie a Noi ed alla nostra lista (circa 1600 voti) che oggi questo Sindaco siede sullo scranno più alto del nostro Comune. La segreteria politica di “Libertà e Pensiero”, in seguito all’ennesimo atto del Sindaco e della sua disomogenea maggioranza di “punizione” nei confronti dei ribelli, ritiene sia arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza: alla lealtà che il nostro gruppo ha sempre dimostrato il Sindaco ha risposto con reazioni scomposte, applicando le geometrie di occupazione degli spazi, tappando la bocca a chi, come noi crede che l’amministrazione stia procedendo sulla via sbagliata. Pertanto, informiamo la nostra decisione di prendere le distanze da questa maggioranza, assumendo una chiara e definitiva autonomia da una amministrazione comunale nella quale non ci riconosciamo. In ogni caso in Aula manterremo un atteggiamento costruttivo, votando di volta in volta gli atti che riterremo opportuni. Per quanto riguarda il gruppo “Libertà e Pensiero” vogliamo affermare che ci collochiamo da subito all’opposizione della Giunta Caragliano. Non vogliamo essere corresponsabili o soggetti passivi di una gestione della cosa pubblica che continua a dare scarsi risultati e che non riesce ad affrontare i problemi impellenti della città».

Naturalmente, la scelte del gruppo “Libertà e Pensiero” fanno già sentire la loro influenza all’interno della geografia consiliare. L’opposizione conta, sebbene su posizioni di partenza differenti, di 12 elementi, contro 8 della ormai ex (al momento attuale) maggioranza. Come farà il sindaco Caragliano a garantirsi un appoggio da parte del Consiglio comunale. In una ridda di voci e presunte verità qualcuno guarda alle decisioni di alcuni consiglieri di opposizione, ricordando, per esempio, la presenza di Paola Emanuele nelle foto dell’insediamento del consigliere Daidone alla carica di assessore oppure alle pressioni esercitate da parte dell’opposizione consiliare (ispirata dall’attuale sindaco Caragliano), nel corso della scorsa legislatura, sul consigliere Cerra (oggi anche lui molto vicino ad Art. 4 ed all’on. Sammartino) al momento di votare la mozione di sfiducia all’allora sindaco Spitaleri. Allora quelle pressioni fallirono, ma il meccanismo è sempre pronto ad essere riavviato. Certo, si tratta di voci ed illazioni ma la politca si nutre anche di questo.

E lo stesso gruppo di “Libertà e Pensiero”, almeno indirettamente, risponde alle allusioni fatte dal sindaco Caragliano in merito a presunti “ricatti”: «Abbiamo comunicato con chiarezza, nel documento presentato all’ultimo Consiglio comunale, che non avremmo accettato “minestre riscaldate” non avendo alcun interesse personale da tutelare, ne tanto meno ricatti da porre in essere, ma lavorato per il principio della rappresentanza e della rappresentatività, regole cardine di una Democrazia perfetta. Il nostro comunicato era un pungolo per sbloccare questa situazione. Purtroppo, come volevasi dimostrare, tale comunicato è servito a liberare una poltrona in giunta da reimmettere sul mercato. Forse serviva “accontentare” qualcuno, forse in maggioranza eravamo “scomodi”, forse diamo fastidio quando diciamo la verità, perchè parliamo di un ente che ha bisogno non solo di competenza, ma anche di stabilità, programmazione strategica e collegialità per portare una reale crescita del territorio e non certo provvisorietà o retaggio di un modo superato di fare politica. Tuttavia, in Consiglio comunale, questa risposta non c’è stata, anzi è parso che gli attuali partiti di maggioranza vogliano proseguire una sorta di agonia amministrativa. Attendiamo sviluppi, ma se il nostro invito rimarrà inascoltato, a discapito dei cittadini, vuol dire che forse a qualcuno va bene mantenere in piedi questa amministrazione, forse per qualcuno va tutto bene… A noi no e non ci stiamo! Non accettiamo più questa situazione di totale immobilismo che va a discapito della cittadinanza. Ci abbiamo provato, ma perseverare è diabolico. L’amministrazione di un ente pubblico richiede la capacità di fare squadra e necessita di un leader a cui guardare sempre con fiducia, entrambe le cose che sono ormai venute meno».

Ed allora, in attesa dei prossimi sviluppi (il primo è già arrivato: la nomina del geometra Carmelo D’Urso a delegato Sindaco per Quartirello ed Altarello, in sostituzione di Ianni Pergolizzi, in quota “Libertà e Pensiero”), una domanda sorge spontanea: ma di quali indicibili ricatti parla il sindaco Caragliano?

Corrado Petralia

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