Miscarello: il degrado abita qui -
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Miscarello: il degrado abita qui

Miscarello: il degrado abita qui

Altro che terrazza della città. Miscarello è diventato, suo malgrado,  simbolo di degrado e abbandono. Invidiato quel belvedere della piazza con il suggestivo panorama dell’intorno. A distanza di anni si contano solo ruderi assediati da una selva di rovi e sterpaglie oltre ad una coltre di cenere vulcanica mai rimossa. A guardarla bene, Miscarello, assomiglia ad uno dei villaggi terremotati del Belice.

Il chiosco, i campi da tennis, l’area attrezzata a verde sono ancora lì ridotti ai minimi termini.  Resti cementizi, gramigna e sterpaglie involgariscono il piccolo parco che si affaccia sulla piazza. L’illuminazione distrutta dai vandali e la pavimentazione sconnessa che rende pericoloso il passaggio pedonale.

Del chiosco rimane ben poco: un ammasso di lamiere e detriti di materiale edilizio, sanitari a pezzi, vetri delle finestre irrimediabilmente rotti, un ramo d’albero finito sul tetto. Tutto intorno la folta vegetazione cresciuta a dismisura in questo piccolo villaggio turistico oggi dimenticato.

Orripilante, poi, la visione dei campi da tennis, ricoperti dalle erbacce e da una coltre di cenere vulcanica mai rimossa. Anche la piazza principale della piccola borgata collinare si presenta dismessa, non valorizzata nonostante le straordinarie bellezze naturali presenti con l’illuminazione inadeguata e in parte vandalizzata.

Sul futuro di Miscarello, al netto delle campagne elettorali, non si parla da lunghi anni. Anche in Consiglio comunale e in commissione. Nel recente passato non hanno trovato successo anche i tentativi della Pro loco di provare a rivitalizzare le strutture ricettive presenti, creare iniziative di aggregazione sociale con l’obiettivo di “rianimare” la borgata sopra l’abitato di Macchia con la suggestiva terrazza su Giarre.

Durante l’amministrazione Sodano qualche commissione consiliare ha reso visita a Miscarello, ragionando su alcune soluzioni da mettere in atto. Parole su parole. Intenzioni, nulla di più. Compresa quella di destinare il grande parcheggio adiacente i campi da tennis ad area per la sosta dei camper. Macchè.

L’intera area si è trasformata, nel frattempo, in una mortificante discarica, all’ingresso della borgata.  Il degrado sembra prevalere su tutto, nonostante i vani tentativi di vivacizzare la frazione in occasione dei solenni festeggiamenti patronali.

In estate qualche salsicciata, un bicchiere di vino, uno spettacolo folk e poi di nuovo, squallore e silenzio tombale sulle prospettive di questa incantevole (una volta) borgata.

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Mario Previtera

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