L’anno dei miracoli. Che a Giarre non si sono visti -
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L’anno dei miracoli. Che a Giarre non si sono visti

L’anno dei miracoli. Che a Giarre non si sono visti

Un anno di delusioni, di sconfitte. Di immobilismo e di azioni portare avanti a tentoni.
Sullo sfondo l’inadeguatezza di un esecutivo che ha tradito le aspettative. Senza troppe sorprese. A dire il vero. In poco più di un anno una straordinaria collezione di madornali errori. E poi le inchieste della Procura minimizzate e commentate con una mortificante imperizia. Ripercorriamo le gesta. L’esordio ha fatto subito intuire che qualcosa era cambiato nel palazzo comunale di via Callipoli. In piena estate quella lettera inviata al sindaco di Catania con la quale – prima ancora del bando – D’Anna ha manifestato l’intenzione di ‘prenotare’ la cugina per l’epocale incarico i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti. Una leggerezza era sembrata, quella di un neofita della pubblica amministrazione. Macché. Altri magistrali errori erano già pronti all’orizzonte. A cominciare dalla sottovalutazione del duplice esposto dell’arch.Nuccio Russo riguardo l’appalto sul micro asilo, sfociato poi, nel giro di pochi mesi, nell’inchiesta della Procura con l’emissione dei relativi avvisi di conclusione indagini a carico della dirigente dell’Area tecnica, Leonardi, e con lei, la commissione di gara e l’impresa che si è aggiudicato i lavori.

 

Poi l’incomprensibile guerra allo stesso dirigente Russo, estromesso e pagato per rimanere in un sottoscala del palazzo di viale Federico di Svevia in nome di una logica perversa destinata a provocare la reazione stizzita di Russo e della pioggia di esposti da esso provocata. L’approvazione, poi, del Conto consuntivo 2015 si è trasformata in pochi mesi nella migliore sceneggiatura fantozziana. Fosse stato in vita Luciano Salce, di certo avrebbe trovato interessanti spunti.
E come non elencare le altre perle. Il contratto di quartiere con le diffide farsa per lo sgombero di una ventina di famiglie abusive, dimenticate in un cassetto per quasi un anno. Il mancato completamento del teatro con l’incomprensibile linea morbida del sindaco che si scontra con la determinazione dell’ufficio tecnico del Comune che propone la rescissione del contratto con l’impresa che due anni fa, senza preavviso, ha sospeso i cantieri. E buonanotte ai sognatori.

E poi la stucchevole vicenda dello stadio regionale con il braccio di ferro dell’assessore Piero Mangano che si dimette per aperti contrasti con il sindaco e la segretaria, salvo poi ripensarci un mese dopo, una volta compreso che dietro la porta che si era chiuso, qualcuno si accingeva a mettere il ferro. E ancora la privatizzazione transitoria del centro diurno affidato ad una ludoteca privata. Il lucro prima di tutto. E come dimenticare gli annunci meteo affidati, in stile Trump, a qualche familiare, poiché ‘il computer di papà era intasato’. Ma la madre di tutte le sconfitte si chiama ospedale. Per tre anni il sindaco ci ha costruito la propria campagna elettorale. E con lui qualche aspirante consigliere con il pallino della rete. Il sindaco, finalmente eletto, si ritrova nelle condizioni di potere finalmente imprimere la propria politica cosa fa? Nulla. Un abbagliante nulla. Al netto di qualche marcia (peraltro organizzata da un agguerrito comitato) è rimasto immobile. Nessuna azione di coercizione se non una goliardica passeggiata in pullman a Palermo per sentirsi dire dai governanti di turno che non sapevano quale fosse lo stato dell’arte del presidio ospedaliero e che sarebbe stato necessario un approfondimento.

Certo, importa poco che le sorti del Sant’ Isidoro sono ben chiare a tutti ormai da quasi un decennio. E che, mentre ci si ostina a fare spallucce, il nosocomio è stato nel frattempo trasformato in uno sgangherato ambulatorio. Un capitolo lo meriterebbe (prometto un articolo a parte), anche la Giarre parcheggi. Il blu dipinto di blu! Meglio sorvolare. Le ultime perle sono di questi giorni. La vicenda degli ambulanti che sono riusciti a tenere in ostaggio la città, con il sindaco che prende tempo (non sono bastati sette anni) per attivare i mercatini rionali, senza neppure avere il coraggio di affrontare gli ambulanti, de visu, al mercato ortofrutticolo, incontrandoli (una minuscola delegazione) invece in Municipio, affermando che la ‘sua’ polizia municipale ha in fondo solo offerto il supporto, oltretutto richiesto, ai carabinieri, chiarendo di non avere responsabilità alcuna sui ripetuti blitz con la smobilitazione di baracche e infrastrutture di venduta abusive. E infine la clamorosa retromarcia sulle indennità riconosciute ai vigili urbani con il perentorio richiamo della Procura della Corte dei conti e la sospensione in autotutela di tutti gli atti e l’avvio delle procedure per la restituzione delle somme indebitamente percepite dal personale della polizia locale. Fin qui, dunque, le imprese di questo primo anno di amministrazione. Non resta che godersi l’estate perché in autunno non ci sarà solo la pioggia di stagione…

Mario Previtera

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