Giarre, servizio rifiuti: tra incertezze, proroghe, risarcimenti e fondi "smarriti" -
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Giarre, servizio rifiuti: tra incertezze, proroghe, risarcimenti e fondi “smarriti”

Giarre, servizio rifiuti: tra incertezze, proroghe, risarcimenti e fondi “smarriti”

E’ di mezzo milione euro circa l’ammontare del risarcimento che il Comune di Giarre deve corrispondere alla ditta Igm, disposto dalla sentenza n. 3137 del 2021 della Tar di Catania, a conclusione di un contenzioso tra la ditta che ora gestisce il servizio rifiuti e il Comune di Giarre.

E’ uno degli elementi emersi a seguito di una interrogazione posta in aula dal consigliere Gabriele Di Grazia, a cui ha risposto, in forma scritta, il sindaco Leo Cantarella. L’importo esatto che il Comune deve sborsare è pari a 527.236,09 euro di cui 465.667,79 euro per sorte capitale a cui vanno aggiunti € 40.754,99 per interessi legali sino al 21 dicembre 2024 e €6.829,56 per spese legali e € 13.983,75 per la registrazione della sentenza.

Come si ricorderà, la gara di appalto per il servizio attualmente gestito era stata esperita dall’Urega, in un primo tempo il servizio era stato aggiudicato dalla ditta Dusty e, a seguito di ricorso, è poi subentrata la Igm. La somma è una sorta di risarcimento per il mancato guadagno della Igm nei mesi in cui ha lavorato la Dusty e si attendeva il giudizio definitivo.

Non c’è tuttavia alcuna attinenza tra il risarcimento che il Comune deve corrispondere alla Igm e l’avvio di una nuova gara. Il servizio è infatti scaduto il 31/12/2023 e da un anno e mezzo circa è in proroga. Nel 2021, l’avv. Luca Ardizzone aveva anche valutato un accordo bonario sulla questione, proposto all’amministrazione del tempo ma, evidentemente, questa strada non ha avuto seguito.

Le questioni sollevate dal consigliere Di Grazia sono squisitamente tecniche ma, dato l’elevato costo della Tassa rifiuti a Giarre val la pena documentarsi.

Di Grazia aveva sollevato anche il tema dell’aumento della tariffa del 7% pari a circa € 350.000,00, votato a rotta di collo dal Consiglio comunale, a luglio 2024.

“In quella circostanza – aveva dichiarato Di Grazia – l’assessore Cavallaro, ignorando le conseguenze amministrative e contabili invitò il civico consesso a non votare quella delibera. Successivamente ci fu pure uno sterile tentativo di inficiarne la convocazione per rendere nulla la seduta. Per raggiungere lo scopo sarebbe bastato il ritiro, da parte dell’amministrazione, della proposta di delibera (così come avvenuto nel caso della proposta per il regolamento di piazza Duomo). Ma ciò avrebbe comportato un’assunzione di responsabilità…C’era però una via di fuga: la Regione Siciliana con un decreto dell’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, datato 12 luglio assegnava al Comune di Giarre un contributo per gli extra costi nel settore rifiuti per € 730.000 circa. Si sarebbe pertanto potuto, successivamente alla ricezione delle somme, ribaltare sui nostri concittadini tale contributo non solo azzerando l’aumento previsto ma addirittura abbassando la tariffa”. In proposito i consiglieri avevano pure sottoscritto una mozione per utilizzare i 730mila euro circa che arrivavano dalla Regione per abbassare la tassa.

Come è andata a finire? I 730mila euro giunti dalla Regione potevano, quindi, essere utilizzati per ridurre la Tassa e far pagare meno ai cittadini?

In proposito il sindaco risponde: “Come il preposto Ufficio finanziario dell’Ente attesta che tali entrate, pari a €728.196,85 siano state contabilizzate a deconto del fondo crediti di dubbia esigibilità”. Quindi no, i soldi dalla Regione sono stati utilizzati per tappare altri buchi: il fondo crediti di dubbia esigibilità racchiude quelle somme che con difficoltà il Comune riuscirà a riscuotere. Pertanto l’aumento della tariffa deliberato dal Consiglio comunale era necessario per coprire il costo del servizio.

Infine, Di Grazia ha chiesto se dopo l’ulteriore proroga di mesi 6 con scadenza giugno 2025 si stanno creando le condizioni di un’ulteriore proroga. In proposito il sindaco ha risposto che l’orientamento dell’amministrazione è quello fissato dal legislatore “in forza del quale, salvo espresse previsioni dettate dalla legge in conformità della normativa comunitaria, una volta scaduto il contratto di servizio si deve effettuare una nuova gara pubblica”.

Resta il fatto che il contratto è scaduto il 31 dicembre 2023 e il comma 11 dell’art. 120 del Codice degli appalti prevede che: “In casi eccezionali nei quali risultino oggettivi e insuperabili ritardi nella conclusione della procedura di affidamento del contratto, è consentito, per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura, prorogare il contratto con l’appaltatore uscente qualora l’interruzione delle prestazioni possa determinare situazioni di pericolo per persone, animali, cose, oppure per l’igiene pubblica, oppure nei casi in cui l’interruzione della prestazione dedotta nella gara determinerebbe un grave danno all’interesse pubblico che è destinata a soddisfare. In tale ipotesi il contraente originario è tenuto all’esecuzione delle prestazioni contrattuali ai prezzi, patti e condizioni previsti nel contratto”.

Quindi, in base a quanto prevede il nuovo Codice già le procedure per la nuova gara doveva già essere esperite e solo in questo caso è possibile prorogare il servizio.

Maria Gabriella Leonardi

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