Giarre, il disastro del verde pubblico e dei parchi inagibili -
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Giarre, il disastro del verde pubblico e dei parchi inagibili

Giarre, il disastro del verde pubblico e dei parchi inagibili

Alla vigilia della stagione estiva i cittadini di Giarre si ritrovano con i principali parchi cittadini chiusi e inagibili. Un’amara realtà che dipinge un quadro di incuria e abbandono, privando la comunità di spazi di aggregazione sociale e svago.

Partiamo dal parco “Giardino” di Macchia. L’area verde di viale dello Jonio attende ancora un intervento di messa in sicurezza dei servizi igienici, con i lavori sospesi a causa di pastoie burocratiche. Il finanziamento di 167 mila euro stanziato per la ristrutturazione non ha ancora portato a nulla. Oltre ai servizi igienici, l’anfiteatro necessita di manutenzioni urgenti, compresi gli spogliatoi del teatro.

La villetta di largo Cismon del Grappa,  chiusa da almeno lunghi anni, l’area è completamente inutilizzabile. Il cancello è stato chiuso con un lucchetto per motivi di sicurezza. Ma è inevitabile l’orripilante visione: rovi e sterpaglie ricoprono la superficie, mentre la cenere vulcanica ne deturpa l’aspetto.

Il parco Jungo di corso Europa da diversi anni è stato interdetto al pubblico, privo di vigilanza e con recinzioni divelte, primeggia in tutto il suo squallore. Un varco illegale è stato creato nel muro esterno, favorendo incursioni e vandalismo. Da oltre 7 mesi si attende la sua riparazione, senza alcun progresso.

La villetta di via Pertini è un pugno nello stomaco. L’area a verde ha le sembianze di una giungla: invasa da gramigna, rovi e sterpaglie che ostacolano il passaggio pedonale. I lavori di manutenzione ordinaria, a giudicare dalle condizioni in cui versa, sono fermi da mesi, lasciando l’area in una condizione di degrado. A pochi metri dal plesso scolastico G.Russo.

L’incuria e l’abbandono regnano sovrani, privando la cittadinanza di spazi di aggregazione sociale e svago.  La comunità di Giarre ha il diritto di vivere in una città con parchi curati e fruibili. Una triste realtà.

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