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Scommesse clandestine, blitz a Catania

Scommesse clandestine, blitz a Catania

E’ in corso a Catania un’operazione, coordinata dalla locale Dda, contro la criminalità organizzata che vede impiegati oltre 150 donne e uomini della Dia, della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nei confronti di persone vicine ai clan mafiosi catanesi Santapaola, Cappello e Bonaccorsi-Carateddi.

In totale risultano indagate 65 persone, molte delle quali organiche o vicine ai predetti clan mafiosi. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’intestazione fittizia di beni.

Al principale indagato, che è stato condotto in carcere, viene contestato anche l’art. 75 del Codice antimafia, per aver violato la sorveglianza speciale. Per altri 12 indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari e in un solo caso l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini hanno riguardato una vasta rete di agenzie di scommesse e giochi online con a capo un imprenditore vicino alle famiglie mafiose catanesi Santapaola e Cappello, con le quali ha intrattenuto nel tempo relazioni che ne hanno favorito lo sviluppo imprenditoriale prima nel settore delle macchinette da gioco e dei videopoker e successivamente nel gioco a distanza. L’uomo, infatti, è riuscito ad estendere progressivamente la sua area di influenza, installando i propri apparati per giochi elettronici (con una vera e propria imposizione delle slot-machine negli esercizi commerciali) e online nei territori governati da Cosa nostra o da altri gruppi criminali, sfruttandone la capacità di intimidazione e del controllo del territorio proprio di quelle famiglie mafiose.

Le investigazioni si sono avvalse inizialmente delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Fabio Lanzafame, utili a comprendere pienamente le infiltrazioni criminali nel gambling online, nel quale lo stesso collaboratore operava come imprenditore affermato. La rete criminale usufruiva, in via principale, di cinque piattaforme online, quali Asso, Vegas, Vegasbet, Netslot.Net – Netslot.Eu, Imperium-Games.Net (cosiddette total black, in quanto sprovviste di qualsiasi autorizzazione dell’Agenzia dei Monopoli) destinate apparentemente al gioco a distanza ma adibite in realtà alle scommesse da banco.

Il promotore, Antonio Padovani, esercitava un’illecita intermediazione tra punti gioco e bookmakers con una precisa struttura organizzativa che si avvaleva di un centro logistico di controllo, presente nella periferia di Catania, sottoposto a sequestro, dove i diversi associati avevano accesso al pannello di controllo dei bookmakers. Le altre persone colpite dalle misure cautelari sono per lo più i diretti collaboratori dell’indagato principale, che operavano alle sue dipendenze con compiti e mansioni specifiche.

Dall’attività investigativa è emerso come il capo dell’organizzazione garantisse periodici emolumenti di mantenimento ai familiari di un esponente di primissimo piano del clan Santapaola, scarcerato di recente. Il ruolo di messaggeri ed emissari per la consegna del denaro veniva svolto da due soggetti, padre e figlio, entrambi colpiti dalla misura cautelare. Le indagini tecniche svolte, inoltre, non lasciano dubbi sull’utilizzo della metodologia mafiosa nella riscossione dei crediti e sulla propensione a favorire esponenti criminali vicini alle cosche mafiose. Diverse agenzie, infatti, sono risultate ad appannaggio di esponenti mafiosi, in quanto gestite direttamente o per il tramite di familiari o soggetti a loro collegati

La Dia ha eseguito anche il sequestro di 38 agenzie di scommesse nel catanese, in provincia di Agrigento, Messina, Siracusa ed Enna nonché dei relativi patrimoni aziendali, beni mobili e immobili, conti correnti e rapporti finanziari per un valore di oltre 30 milioni di euro.

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