Riposto, omicidio Dario Chiappone: spunta un terzo indagato che avrebbe partecipato al delitto -
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Riposto, omicidio Dario Chiappone: spunta un terzo indagato che avrebbe partecipato al delitto

Riposto, omicidio Dario Chiappone: spunta un terzo indagato che avrebbe partecipato al delitto

Nuova clamorosa svolta sulle indagini relative all’efferato omicidio del 27enne giarrese Dario Chiappone sgozzato la sera del 31 ottobre 2016 in via Salvemini a Riposto. Imputati per quel brutale delitto Agatino Tuccio, giarrese e Salvatore Di Mauro, ripostese, quest’ultimo latitante da oltre due anni.

La novità sostanziale delle indagini sull’omicidio è rappresentata dal fatto che i carabinieri del nucleo investigativo di Catania starebbero indagando su una terza persona, indicata come “vicina” ai due imputati e – si apprende – avrebbe avuto un ruolo attivo nell’omicidio.

Al momento rimane sconosciuta l’identità della persona indagata e su tutta la vicenda vige il massimo riserbo. La persona indagata potrebbe finire in manette con la grave accusa di omicidio in concorso.

IL BRUTALE OMICIDIO

Secondo l’accusa, la giovane vittima, in quella tragica circostanza, fu martoriata con 18 coltellate all’addome e al torace, di cui due produttive della tipica lesione da “scannamento” al collo. La morte del giovane, è avvenuta per “insufficienza cardio respiratoria insorta acutamente per anemia metaemorragica”. Dario Chiappone, la sera del delitto si era appartato in fondo a quel budello di strada, priva di illuminazione, a bordo di una Suzuky, in compagnia di una 41enne ripostese, commerciante, che ha assistito alla feroce esecuzione.

Le indagini dei carabinieri alcuni mesi dopo il delitto hanno registrato la svolta, con il sequestro di una Ford Fiesta station wagon di colore grigio di proprietà di Salvatore Di Mauro (che nel frattempo si è reso irreperibile) utilizzata, secondo l’accusa, dagli assassini la sera dell’omicidio, e immortalata da alcune telecamere di video sorveglianza presenti sulla scena del crimine.

Al termine degli accertamenti in quell’auto sono state rilevate alcune tracce ematiche sui tappetini. Ci sono poi almeno quattro le impronte digitali di Agatino Tuccio rilevate dai Ris di Messina su due delle tre buste di plastica, contenenti l’una dentro l’altra un grosso macigno, rinvenute sul luogo del delitto, in via Salvemini, a poca distanza dal corpo martoriato dalle coltellate.

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