Giarre, il Comune fiscalmente inadempiente provoca danni erariali. L’allarme dei Revisori -
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Giarre, il Comune fiscalmente inadempiente provoca danni erariali. L’allarme dei Revisori

Giarre, il Comune fiscalmente inadempiente provoca danni erariali. L’allarme dei Revisori

Un Comune fiscalmente inadempiente è credibile? Può arrogarsi il diritto di chiedere ai propri cittadini il rispetto delle regole nel pagamento dei tributi? Ha moralmente le carte in regola per dispensare consigli, impartire ordinanze? No a giudicare dall’impietosa analisi del Collegio dei revisori dei conti che, nel quadro della verifica degli adempimenti fiscali del Comune di Giarre per gli anni 2018 e 2019, ha scoperto un quadro allarmante. Inaccettabile.

Gravi e perduranti inadempienze per le quali – fossero capitate ad un commerciante – avrebbe subito l’ispezione della Guardia di finanza per almeno 6 mesi di fila.

E invece per il Comune di Giarre si registra solo il grido d’allarme dei revisori che esprimono preoccupazione per un comportamento irresponsabile destinato a provocare, inevitabilmente, l’applicazione di “sanzioni erariali da parte dell’Agenzia delle Entrate con conseguente danno erariale per l’Ente comunale” che, a parere dei revisori, deve “porre in essere tutte le immediate misure correttive al fine di sanare le inadempienze fiscali, adeguarsi alle scadenze dei versamenti e degli adempimenti, nonché nella corretta determinazione degli imponibili e delle relative imposte dovute”.

Un Comune allo sfascio a giudicare dall’analisi degli atti contabili che dimostra la propria incapacità a rispettare le scadenze. Sciatteria istituzionale che lascia sbigottiti.

Un lungo elenco di inadempienze: “non risultano aggiornati i registri contabili e non sono state neppure effettuate le annotazioni relative alle registrazione delle fatture acquisto e vendite. Non risultano presentate altresì le dichiarazioni relative agli anni d’imposta 2017 e 2018”! Peggio.

“La Dichiarazione I.V.A./2019, periodo d’imposta 2018, con scadenza il 30 aprile 2019, alla data odierna 29 luglio 2019 – rimarcano i revisori – non risulta essere stata inviata all’Agenzia delle Entrate”.

I revisori osservano che le criticità rilevate dal precedente Collegio – con verbale n. 59 del 08.10.2018 – continuano a persistere. La Dichiarazione IRAP/2018, periodo d’imposta 2017, con scadenza il 31.10.2018, è stata trasmessa all’Agenzia delle Entrate, tramite il Servizio Telematico Entratel, in data 29.01.2019 – Identificativo dichiarazione n. 17230061850. Risulta un credito di euro 603.682,00.

Relativamente ai redditi di lavoro dipendente ed assimilato – annotano i revisori –  risultano presentate in data 13.03.2016. Alla data odierna non risultano presentate quelle relative ai lavoratori autonomi per l’anno d’imposta 2018. Quanto, poi, al Modello 770/2018, relativo al periodo d’imposta 2017, la cui scadenza era prevista per il 31.10.2018, risulta trasmesso all’Agenzia delle Entrate, tramite il Servizio Entratel, in data 30.10.2018. Tuttavia l’organo di revisione contabile rileva, allarmato, l’impossibilità ad effettuare la verifica della corrispondenza degli importi riportati nella predetta dichiarazione, con riferimento ai versamenti mensili delle ritenute operate a titolo di Irpef, Addizionale Regionale Irpef e Addizionale Comunale Irpef sui lavoratori dipendenti, né per le ritenute d’acconto trattenute sui professionisti.

Alla luce delle gravi carenze riscontrate, il Collegio dei Revisori dei conti ha invitato l’Ente comunale ad individuare le responsabilità in capo a chi ha determinato tali inadempimenti per l’applicazione delle relative sanzioni disciplinari e la richiesta del risarcimento del danno erariale, (a seguito delle sanzioni erariali determinatesi) che inevitabilmente produrranno in debito fuori bilancio per il Comune.

Il collegio dei Revisori, sulla scorta delle numerose criticità riscontate – tra cui il mancato aggiornamento dei registri contabili – ha diffidato l’Ente a “porre in essere con estrema urgenza tutti gli adempimenti fiscali previsti a cui non si è provveduto nei termini di legge, nonché a porre in essere tutte le misure correttive richieste e comunque ritenute utili e necessarie, al fine di evitare ulteriori danni erariali all’Ente”.

Viene da chiedersi a questo punto il motivo per cui tutto viene taciuto. Ci sono organi preposti chiamati ad intervenire?

Un fatto è certo. Il quadro delineato dal Collegio dei revisori non lascia spazio ad altre interpretazioni.  Eppure tutto tace. Silenzio assordante. Compresa la Commissione Bilancio con i suoi irreprensibili consiglieri investigatori impegnati a fare luce tra i lumini del cimitero, rispolverando una storia vecchia per la quale precedenti amministrazioni si sono incartate, senza mai assumere alcun provvedimento.

Consiglieri investigatori che tacciono sulla presunta gettonopoli e che sbottano, sottovoce, per il puntuale e asettico lavoro dei revisori, per la prima volta non politicizzati e quindi lontani da qualunque interesse. E allora meno foto di amministratori ritratti accanto a grate da sistemare – l’ordinarietà  spacciata per fatto straordinario -; meno dirette social dal parterre in occasione di manifestazioni private per le quali, il Comune non ha messo un solo euro.

Meno altisonanti comunicati, come quello sulla presunta ripresa dei lavori nella villetta Garibaldi di piazza Duomo e che ha indotto l’Ordine degli Architetti a richiedere il rispetto delle normative, mettendo in imbarazzo la Soprintendenza di Catania. Insomma basso profilo: meno sagre, saggi e più fatti concreti.

A cominciare dal rispetto degli adempimenti fiscali, inosservanze di un Comune già dissestato che danno la misura di un ente irriconoscibile gestito da una amministrazione poco responsabile. Oltre che inadeguata.       

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