Il politico corrotto ucciso a colpi di lupara per aver "tradito" il clan -
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Il politico corrotto ucciso a colpi di lupara per aver “tradito” il clan

Il politico corrotto ucciso a colpi di lupara per aver “tradito” il clan

Con gli arresti di oggi a Misterbianco nell’amito dell’operazione Gisella si è fugato ogni dubbio su movente e autori dell’omicidio dell’ex politico democristiano Paolo Arena.

In particolare le dichiarazioni del collaboratore Luciano Cavallaro, debitamente riscontrate, hano fatto emergere elementi di prova sulla responsabilità di Gaetano Nicotra (zio Tano), 68 anni (nella foto a destra) – in qualità di mandante – dell’omicidio consumato il 28 settembre 1991, a Misterbianco, ai danni del consigliere comunale Paolo Arena, esponente di spicco della Democrazia Cristiana etnea, che veniva assassinato con colpi di fucile esplosi da due ignoti sicari.

Le indagini hanno portato a ritenere che il fatto di sangue potesse essere legato ad ingerenze criminali negli affari politici ed economici del Comune di Misterbianco.

Proprio in relazione alla carica politica ricoperta, Paolo Arena aveva intrattenuto relazioni illecite e continuative con Mario Nicotra e, dopo l’omicidio dello stesso per mano del clan Pulvirenti, aveva allacciato rapporti affaristici con quest’ultimo gruppo.

L’appoggio garantito da Arena al clan Pulvirenti era stato vissuto dai restanti appartenenti al clan Nicotra come un vero e proprio tradimento da sanzionare con la morte del politico.

L’ipotesi investigativa dell’epoca è stata confermata quindi dall’esame delle dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia e dall’analisi di atti di procedimenti instaurati in Toscana nei confronti degli esponenti apicali dei Tuppi durante la loro permanenza in quell’area.

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