Tragedia del Monte Cefalone (Aq), nel registro degli indagati anche due catanesi -
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Tragedia del Monte Cefalone (Aq), nel registro degli indagati anche due catanesi

Tragedia del Monte Cefalone (Aq), nel registro degli indagati anche due catanesi

Anche due catanesi nel novero degli indagati in quanto al caso dell’elicottero del 118, schiantatosi, il 24 gennaio dello scorso anno, sulle alture del Monte Cefalone, in provincia dell’Aquila.

Si tratta del 57enne Maurizio Lebet, nativo di Acireale, residente a Cefalù, in provincia di Palermo, e del 42enne Gianfranco Molina, nato a Milano, da qualche temo, residente a San Gregorio di Catania.

Oltre a loro, il Pubblico Ministero Simonetta Ciccarelli, del Tribunale dell’Aquila, titolare del procedimento, ha iscritto nel registro degli indagati altre quattro persone:  Giulio Fini, 56 anni, di Roma, Roberto Noceto, nato 56 anni fa a Bari, residente a Roma, Pietro Trabucchi, 55enne, di Sondrio, e Alfonso Friolo, anch’egli 55enne, nato a Lizzano, nel Tarantino, e residente a Viterbo, ex pilota dell’Aves.

Per la cronaca, a causa del tragico impatto, morirono Valter Bucci, medico rianimatore del 118, Davide De Carolis, tecnico del soccorso alpino, Giuseppe Serpetti, infermiere del 118, Mario Matrella, tecnico verricellista Inaer, Gianmarco Zavoli, pilota Inaer, e lo sciatore 50enne Ettore Palanca, di Carbognano, maitre dell’Hotel “Rome Cavalieri”, di Roma, che era stato soccorso e caricato a bordo dell’eliambulanza a seguito di una frattura scomposta all’arto inferiore di destra.

Il sestetto di indagati, dipendenti della Inaer Aviation Italia, la società fornitrice degli elicotteri e del servizio di volo per l’Asl di Pescara, erano all’epoca dei fatti, responsabili, a vario titolo, della sicurezza, del controllo e della formazione dei piloti.

In base alla ricostruzione dell’accaduto, da parte della Procura della Repubblica del capoluogo di regione abruzzese e alle risultanze delle perizie effettuate dai tecnici, sembra che i sei accusati non avrebbero addestrato a dovere il pilota Gianfranco Zavoli.

”Il pilota – scrive il pm Simonetta Ciccarelli -, partito a bordo dell’AW 139 dalla base di elisoccorso dell’aeroporto dei Parchi di Preturo per una missione di soccorso in favore di Ettore Palanca, infortunatosi sulle piste da sci e da trasferire all’ospedale, una volta condotto l’aeromobile in località Campo Felice caricava Palanca a bordo mantenendo i turbomotori accesi e ripartiva in direzione dell’Aquila nonostante le condizioni meteorologiche assai proibitive che non garantivano la visibilità prevista dalle minime di volo”.

”Durante il viaggio il pilota – continua il P.M. aquilano – perdendo il contatto visivo con la strada 696, faceva ingresso accidentale in condizioni di volo strumentali e, evitato un primo impatto con il costone di Monte Cefalone al quale l’aeromobile si avvicinava fino a una distanza di 8 metri dal terreno, effettuava una brusca e accentuata virata in salita e a sinistra che gli provocava un disorientamento spaziale tale da non consentirgli di comprendere, nel prosieguo del viaggio, l’esatta posizione e assetto dell’aeromobile”.

”Quindi – prosegue il magistrato -, con imperizia indotta dal mancato addestramento, ometteva a quel punto di utilizzare il pilota automatico e seguire le indicazioni di assetto indicate dagli strumenti, evitando qualsiasi riferimento alle proprie percezioni spazio-temporali, proseguendo invece con le regole del volo a vista pur essendovi condizioni meteo tali da imporre il passaggio al volo strumentale, con manovra di virata costante a destra in direzione della montagna fino all’impatto, a quota 1850 metri, istantaneamente letale – conclude – per sé stesso e tutti i passeggeri”.

Daniele Palazzo

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