Il diabolico piano di Fortunata Caminiti per uccidere Scipilliti VIDEO -
Catania
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Il diabolico piano di Fortunata Caminiti per uccidere Scipilliti VIDEO

Il diabolico piano di Fortunata Caminiti per uccidere Scipilliti VIDEO

Fortunata Caminiti aveva affittato un’auto in un rent a car a Catania. Auto restituita con un giorno di ritardo e con una pozza di sangue. Tanto sangue da far esclamare all’addetto che doveva pulire l’auto che “dentro l’auto c’era stata una guerra…”

Grazie all’analisi delle immagini di diverse videocamere presenti sul percorso l’attenzione degli investigatori, veniva subito attirata una Fiat Panda gialla di cui non si riusciva a leggere la targa, ma che transitava alle 15.28 in direzione mare-monte, verso il luogo del rinvenimento del cadavere con a bordo più persone non distinguibili.

Alle successive 15.35 – dunque solo dopo 7 minuti – il mezzo veniva registrato mentre tornava in senso opposto dal luogo di rinvenimento del cadavere.

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Il dato significativo, è che in quella fascia oraria – corrispondente a quella in cui anche la presenza di Roberto Scipilliti era stata rilevata a Santa Teresaverso il luogo ove era stato rinvenuto il corpo di Scipilliti transitava soltanto quella Panda gialla.

Dalle telecamere si riuscivano ad apprezzare particolari importanti come una leggera ammaccatura al lato sinistro della targa posteriore

Essendo evidente il collegamento tra l’utilitaria e l’omicidio, i Carabinieri iniziavano una certosina e attenta analisi di centinaia di telecamere di videosorveglianza presenti sull’intero litorale jonico,  attività che consentiva di ricostruire la targa della vettura ricercata e ritrovarla all’alba del 20 gennaio.

Si trattava di un mezzo intestato a una ditta di noleggio del catanese, che il 4 gennaio (il giorno precedente la scomparsa dello Scipilliti ) era stata affittata proprio alla Caminiti che nella circostanza aveva presentato documenti falsi.

L’auto era stata restituita con un giorno di ritardo, tanto che la donna si era dovuta giustificare dicendo che a bordo della vettura vi era stata una lite violenta tanto che alcuni suoi amici erano ricoverati in ospedale.  Precisava anche che l’auto si era sporcata di sangue ed aveva provveduto a pulirla con l’alcol.

Peraltro nei giorni successivi un altro soggetto, mentre stava pulendo il mezzo per conto della ditta di noleggio, notava che nel vano porta oggetti posto sotto il sedile del passeggero anteriore, vi era una pozza di sangue sulla quale galleggiava una penna, tanto che l’uomo scattava una foto commentando come se “dentro l’auto c’era stata una guerra…”.

A questo punto era evidente come su quel veicolo fosse stato consumato un efferato delitto, ovvero l’omicidio dello Scipilliti , giustiziato mentre si trovava seduto sul mezzo.

Gli elementi acquisiti dai Carabinieri costituivano indizi di colpevolezza così gravi nei confronti di Fortunata Caminiti, quale esecutrice dell’omicidio, da determinare l’immediata emanazione da parte della Procura della Repubblica di Messina del provvedimento di fermo (clicca e leggi Omicidio Roberto Scipilliti: fermata la presunta assassina), anche in considerazione dell’accertata capacità della donna ad utilizzare altre identità e documenti falsi, attitudine che rende concreto il pericolo di fuga.

Al vaglio degli inquirenti i motivi del delitto ed eventuali complicità.

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