Catania, il Procuratore antimafia Roberti: indagare sulla vendita e la gestione dei beni confiscati -
Catania
18°

Catania, il Procuratore antimafia Roberti: indagare sulla vendita e la gestione dei beni confiscati

Catania, il Procuratore antimafia Roberti: indagare sulla vendita e la gestione dei beni confiscati

Il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, alla Festa de l’Unità in corso a Catania, tuona contro quello che definisce letteralmente “l’antimafia sociale, dove ci sono casi di deviazione”.

Secondo il procuratore Roberti (nella foto a destra), è necessario “utilizzare gli stessi strumenti nelle indagini di mafia su corrotti e corruttori e aggiungere al 416bis, l’associazione mafiosa, un reato specifico: la corruzione come vantaggio dai pubblici poteri. È una delle tante ipotesi che prospetto, che faccio nelle mie relazioni annuali e che quasi mai vengono raccolte”.

Ma il procuratore Roberti, come detto all’inizio, tuona quando tocca il delicato e dolente tasto dei beni confiscati alla mafia e la gestione che si fa di essi: “Bisogna indagare sull’antimafia sociale, dove ci sono casi di deviazione… perchè ci sono persone che la usano per potere e per fare carriera politica. L’antimafia è diventata, in alcuni casi, una mammella da mungere da troppe persone. Per questo dobbiamo indagare sulla vendita dei beni confiscati ma anche sull’affidamento dei beni all’antimafia”.

Leggendo quello che ha detto il procuratore Roberti, chi non è a conoscenza della realtà che avvolge i beni confiscati alla mafia, potrà pensare che detti beni vengano gestiti da privati. Invece, è lo stesso Stato che gestisce questo patrimonio, attraverso una vera e propria agenzia denominata, appunto, ” Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.  Evidentemente, come dimostrano dei casi “scoppiati ” nella Sicilia occidentale, l’attuale modus operandi di questa Agenzia ha delle grosse pecche. Insomma, fa bene il procuratore Roberti a tuonare. Ma, dopo i tuoni, aspettiamo il “diluvio”.

Orazio Vasta

Potrebbero interessarti anche