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Randazzo: PTE a rischio chiusura?

Randazzo: PTE a rischio chiusura?

Per alcuni consiglieri di opposizione il P.T.E. (Presidio Territoriale d’Emergenza) di Randazzo sarebbe a rischio chiusura. Il sindaco Mangione invece tranquillizza e afferma che, al momento, non sussiste alcun pericolo chiusura.

La scure della spending review rischia di abbattersi sui cittadini della città etnea e su quelli dei comuni limitrofi che usufruiscono del servizio sanitario del (P.T.E.) istituito presso i locali dell’ex Ospedale di Randazzo. Ancora una volta, alla ribalta della cronaca c’è la delicata questione del diritto alla salute che riguarda un vasto bacino di utenza che gravita attorno alla città di Randazzo.

In altre parole, per raggranellare risorse economiche, l’assessorato regionale della Salute, in attuazione del decreto “Balduzzi” sulla sanità, imposto dal governo nazionale, potrebbe decretare la chiusura del P.T.E. di Randazzo e i tagli effettivi potrebbero scattare già dal prossimo anno.

A lanciare l’allarme sulla possibile chiusura del P.T.E. di Randazzo sono stati i consiglieri comunali di opposizione Cettina Foti, Freddy Pillera, Carmelo Scalisi e Antonino Guidotto che unitamente hanno presentato una richiesta di convocazione di Consiglio Comunale in seduta straordinaria e urgente per dibattere sulla situazione del P.T.E. di Randazzo.

“Secondo le disposizioni del decreto Balduzzi, i P.T.E. che non eseguono almeno seimila interventi all’anno devono essere riconvertiti in P.T.I. – spiega la prima firmataria Cettina Foti, che aggiunge – il Presidio Territoriale d’Emergenza di Randazzo effettuando circa 3500-4000 interventi annui sarebbe, teoricamente, a rischio chiusura. Il decreto Balduzzi deve, però, essere recepito dalla Regione Siciliana e proprio in questi giorni all’Assessorato alla Salute si sta discutendo sulle eccezioni da istituzionalizzare nel decreto applicativo. Per questo motivo ritengo sia necessario intervenire urgentemente con azioni importanti a difesa del PTE. È una battaglia che non interessa solo noi consiglieri comunali che abbiamo richiesto la convocazione del Consiglio, ma tutto il civico consesso, l’amministrazione e soprattutto i cittadini di Randazzo e quelli dei Comuni limitrofi. Nella seduta del Consiglio Comunale – annuncia la consigliera Foti – intendiamo lanciare una petizione pubblica a sostegno del PTE e chiederemo ai sindaci dei comuni limitrofi di sostenerla, perché è una battaglia che deve essere difesa dal popolo. La battaglia è di tutti e non di pochi, così come il diritto alla salute è per tutti e non solo per pochi”.

Negli anni scorsi, diverse sono state le campagne in difesa del P.T.E. intraprese dalle amministrazioni comunali guidate sia da Salvatore Agati sia da Ernesto Del Campo, con i relativi Consigli comunali, affinché il P.T.E. di Randazzo, unico punto di riferimento insostituibile per il diritto alla salute della popolazione di un vasto comprensorio montano tra l’Etna e l’Alcantara, fosse mantenuto e potenziato.

Per il sindaco di Randazzo, Michele Mangione, al momento non sussiste alcun rischio chiusura per il locale P.T.E. “L’argomento – dichiara il sindaco – non è in discussione né a livello provinciale e nemmeno a livello regionale. Stamattina ho sentito il direttore dell’Asp di Catania Dott. Gianmanco.  La stessa cosa mi hanno confermano altre fonti regionali che ho contattato. Il piano della rete ospedaliera non prevede alcun cambiamento alla situazione attuale di Randazzo.  Anche se è sempre utile tenere alta l’attenzione per i centri minori come il nostro, che vive condizioni particolari a causa della sua caratteristica montana – aggiunge il sindaco Mangione – per questo sono sempre pronto a essere a fianco di chiunque voglia fare una lotta di mantenimento e rafforzamento dei presidi di salute del territorio, come ho dimostrato di fare nella difesa del punto nascite dell’ospedale di Bronte. Dirò di più, sono al lavoro per tenere a Randazzo un’iniziativa per parlare dei problemi inerenti alla sanità sul territorio alla presenza del presidente della commissione sanità all’Ars, on. Di Giacomo e del Direttore Generale Asp di Catania, Dott. Gianmanco. Entrambi mi hanno già dichiarato la loro piena disponibilità. Vorrei aggiungere, attenti a non agitare paure infondate a scopi di propaganda, da qualsivoglia parte essi vengano, non rendono un buon servizio alla comunità”.

Gaetano Scarpignato

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