Francavilla di Sicilia e l’“affaire” eolico: l’avvocato Camardi non si “piega” -
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Francavilla di Sicilia e l’“affaire” eolico: l’avvocato Camardi non si “piega”

Francavilla di Sicilia e l’“affaire” eolico: l’avvocato Camardi non si “piega”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera in redazione del legale della cittadina dell’Alcantara in merito alla richiesta di pubbliche scuse avanzatagli qualche giorno fa dall’ex sindaco Salvatore Nuciforo, “offeso” dal comizio con cui, quattro anni fa, il professionista attaccò la moglie dell’amministratore, la quale è stata recentemente prosciolta dall’inchiesta sul Parco Eolico “Alcantara-Peloritani”, di cui era direttrice dei lavori

In relazione all’articolo apparso sabato 9 aprile scorso sul Vostro giornale “Gazzettino Online”, a firma di Rodolfo Amodeo, io sottoscritto, avv. Francesco Camardi (nella foto), formulo la presente per precisare i fatti che seguono in ordine ai quali formalmente chiedo, ai sensi della vigente legge sulla stampa, che venga disposta consequenziale rettifica.

L’articolo cui mi riferisco evidenzia che il gup presso il Tribunale di Messina, nel concludere la fase di indagini relativa all’inchiesta giudiziaria denominata “Zefiro” ed avente ad oggetto il giro di affarismo e speculazione sviluppatosi attorno alla realizzazione del Parco Eolico “Alcantara-Peloritani” nei territori dei Comuni di Francavilla di Sicilia e Fondachelli Fantina, nei giorni scorsi ha rinviato a giudizio undici indagati e prosciolto “per non avere commesso il fatto” l’ingegnere Laura Vaccaro, moglie del farmacista Salvatore Nuciforo, che all’epoca dei fatti era sindaco di Francavilla di Sicilia.

Lo stesso articolo mette bene in evidenza che le indagini che hanno portato all’attuale provvedimento furono avviate nel 2009, mentre è del 2013 il provvedimento che portò all’arresto dell’ex sindaco di Fondachelli Fantina, di un suo cugino imprenditore e di un funzionario comunale.

Il punto è ora che quell’articolo del “Gazzettino Online” di sabato scorso stranamente omette di precisare che nel 2013, con lo stesso provvedimento che dispose gli arresti di cui sopra, la Procura della Repubblica di Barcellona P.G. sottopose pure ad indagine altri undici soggetti, tra cui l’ing. Laura Vaccaro, ipotizzando per questi ultimi il reato di truffa a vario titolo.

Ed allora, se è vero che l’ing. Laura Vaccaro è stata indiziata del reato di truffa con provvedimento  del febbraio 2013 (subito ripreso con grande evidenza dalla stampa locale di sabato 16 e domenica 17 febbraio 2013), a che titolo vengo ora ripetutamente chiamato in causa se il mio comizio, definito “infamante” nell’articolo in questione, io l’avevo tenuto sul Corso Vittorio Emanuele di Francavilla di Sicilia oltre nove mesi prima, ed esattamente venerdì 4 maggio 2012,  a chiusura della campagna elettorale per le amministrative del 6 e 7 maggio dello stesso anno?! Pertanto, non mi pare proprio che alla luce dei fatti esposti si possa configurare una qualsiasi mia responsabilità.

Il rilievo che “da semplice cittadino” avrei “chiesto ed ottenuto di tenere un comizio nel corso del quale mi ingerivo indebitamente nella competizione politica, non essendo candidato in nessuna lista” è risibile e privo di qualsiasi pregio in relazione ad una possibile prospettazione di reato o di addebito anche solo morale.

Il successivo inciso “lanciò accuse infamanti nei riguardi della mia consorte ed, ovviamente, del sottoscritto, con tutto quel che segue, è parimenti privo di rilevanza ed attendibilità: sul piano penale perché mancano le richieste condizioni di procedibilità (che il Nuciforo si è guardato bene dall’attivare proponendo tempestiva querela); sul piano civile, o semplicemente morale, perché il comizio incriminato esprimeva, tra l’altro, circostanziate e motivate critiche alla disinvoltura con cui un sindaco in carica – nel pieno delle note contestazioni sull’eolico e le conseguenti devastanti implicazioni – ha pensato di rappresentare degnamente gli interessi della sua comunità non informando né dibattendo la problematica, bensì contrattando con la società privata “Api Holding Spa” di Roma l’incarico di direttore dei lavori in favore della moglie ing. Laura Vaccaro.

Non ci sarebbe stato bisogno di queste mie note critiche se la vostra testata giornalistica, nel raccogliere l’accorato sfogo di chi certamente si è stressato per i “sei anni d’inferno” di indagini giudiziarie e di forzate frequentazioni, mi avesse previamente contattato e dato la parola.

Per quanto sopra, insisto nelle conclusioni che ho rassegnato in epigrafe e faccio salva ogni altra mia iniziativa che valga a salvaguardare la mia persona.

Avv. Francesco Camardi

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Oltre che nostro dovere di operatori dell’informazione, è anche nostro interesse ospitare repliche e precisazioni su quanto da noi in precedenza pubblicato: ciò ci consente, infatti, di offrire ai lettori una visione quanto più esaustiva possibile ed “a più voci” delle questioni trattate nei servizi giornalistici che quotidianamente realizziamo.

Ma rispondendo alla parte conclusiva di questa gradita lettera inviataci dall’avv. Francesco Camardi, ci permettiamo di ribadire ancora una volta che il diritto di replica e/o la possibilità di esprimere il proprio punto di vista su una determinata vicenda non devono obbligatoriamente essere assicurati nell’ambito di uno stesso articolo, perché è anche del tutto legittimo riservare alla cosiddetta “altra campana” un articolo successivo, garantendo altresì a chi ci segue una lettura più snella ed agevole (anziché propinargli articoli di eccessiva lunghezza e prolissità), ed agli interessati degli spazi più ampi in cui poter compiutamente illustrare la propria versione dei fatti o esprimere le proprie opinioni.  

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