Natale a Giarre: forse il prossimo anno -
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Natale a Giarre: forse il prossimo anno

Natale a Giarre: forse il prossimo anno

Domani  torna in corso Italia l’isola pedonale. Sarà l’occasione perfetta per vedere da vicino, a dimensione d’uomo, quella che sembra ormai essere una città agonizzante. I commercianti che tentano disperatamente di salvare il morto (Giarre) e l’amministrazione che stacca invece l’ossigeno, proprio quando c’è un barlume di speranza di vita. Il Natale che verrà (?) sarà ricordato ai posteri come il più deludente, squallido della storia.

Abbiamo dovuto attendere un sindaco come Bonaccorsi perchè si celebrasse il funerale a questa città, sempre più dormitorio e vittima sacrificale di una politica fallimentare che l’ha annientata. Il risultato della sciatteria amministrativa è sotto gli occhi di tutti. Centro storico con le strade deserte con il coprifuoco che scatta puntuale alle 20, una volta abbassate quelle poche serrande dei negozi che resistono. Sono oltre un centinaio le attività commerciali che hanno cessato di esistere. Certo per cause legate alla crisi, ma anche perchè Giarre non offre nulla. E’ una città morta. Senza possibilità di rianimarsi.

Le vetrine disadorne, le saracinesche chiuse che raccontano fallimenti quotidiani. A Giarre, a poco meno di due settimane dal Natale, non c’è traccia alcuna di questa importante Festa.  E se per il Bicentenario sarebbero stati  spesi 45 mila euro (stiamo ancora cercando di capire quali eventi ci siamo persi); mentre si continuano a sperperare i soldi anche per l’approvvigionamento idrico, scegliendo di pagare un fornitore esterno, anzichè manutenzionare e rimettere in funzione il pozzo di proprietà comunale a S.Alfio, per il Natale non ci sono soldi. Neppure per le scuole, costrette ad organizzarsi autonomamente.

Risultato tangibile: niente luminarie, niente addobbi. Nulla di nulla se non un polveroso nulla abbagliante. Tutti ci chiediamo: ma che senso ha questa città? Senza valori, dove l’aumento esponenziale dei fenomeni criminali e il degrado imperante sono la cifra. Chi la guida dove vuole condurci? Impossibile andare oltre il baratro. Difficile immaginare cosa c’è dopo.

Ci hanno tolto il Duomo, il commercio, la creatività, la voglia di aggregazione sociale. Persino i giovani hanno perso il filo conduttore, seguendo percorsi alternativi, verso imprese ammazzanoia. Una sola cosa non ci è stata tolta. Forse. La voglia di riscatto.  Ma farla emergere non sarà per nulla facile.

Mario Previtera

 

 

 

 

 

 

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