Catania, Zona industriale nel fango: Confcommercio presenta esposto in Procura -
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Catania, Zona industriale nel fango: Confcommercio presenta esposto in Procura

Catania, Zona industriale nel fango: Confcommercio presenta esposto in Procura

“La Confcommercio Catania oggi compie un passo importante, scegliendo di ricorrere alle vie legali per accendere i riflettori sulla nostra Zona industriale”. Con queste parole si rivolge ai giornalisti presenti alla conferenza stampa di stamattina il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti.

“Abbiamo affidato all’avvocato Simone Marchese la stesura dell’esposto − continua Galimberti − che firmiamo stamattina e che domani l’avvocato presenterà in Procura perché pensiamo sia l’atto estremo per richiamare l’attenzione sulle problematiche della Zona industriale, un atto dovuto nei confronti dei tanti operatori che lì lavorano in condizioni di grave disagio. Nel quotidiano, e ancor di più quando a causa di forti fenomeni atmosferici le aziende subiscono ingenti danni”.

Premesso che tale zona di Catania rappresenta oggi una centrale arteria economica della città, per gli operanti sul luogo è di fondamentale importanza che i sistemi di canalizzazione, controllo e vigilanza degli stessi funzionino adeguatamente. È vero, infatti, che su questa parte di territorio sono presenti dei canali di scolo, ma gli stessi sono assolutamente abbandonati, senza alcuna opera di intervento e tantomeno di manutenzione neanche ordinaria.

“Con l’esposto – spiega Fabio Impellizzeri vice presidente Confcommercio con delega alla Zona Industriale – la nostra associazione vuole individuare le responsabilità della gestione dei canali e se ci sono state omissioni negli anni passati per non doverci ritrovare mai più in futuro a pagare milioni di danni. Alla Zona industriale di Catania operano circa 400 aziende che impiegano migliaia di persone, con un giro d’affari di milioni di euro che contribuiscono al sostegno dell’economia del territorio. Noi vogliamo solo pensare a lavorare e far crescere le nostre aziende, non possiamo per-dere tempo a ripulire i canali, perché spesso siamo costretti a farlo, o a preoccuparci dello stato in cui versano le strade o della mancanza dei servizi. È tra le aree industriali più belle, solo che è lasciata alla totale incuria: strade piene di buche e rattoppi, carenza di illuminazione, aiuole ridotte a discariche di immondizia. Un pessimo biglietto da visita per i buyers che vengono a trovarci e una situazione invivibile per noi che ci lavoriamo. Eppure potrebbe essere il fiore all’occhiello per la città”.

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