Voto di scambio: PM chiede 14 mesi per Raffaele Lombardo e 10 mesi per Toti Lombardo -
Catania
16°

Voto di scambio: PM chiede 14 mesi per Raffaele Lombardo e 10 mesi per Toti Lombardo

Voto di scambio: PM chiede 14 mesi per Raffaele Lombardo e 10 mesi per Toti Lombardo

I Pubblici Ministeri, Lina Trovato e Rocco Liguori, oggi hanno formulato al Presidente Laura Benanti la richiesta di pena per i cinque imputati di voto di scambio che, nella ricostruzione dei PM, si sarebbe verificato in occasione delle elezioni all’Assemblea Regionale Siciliana (2012) e al Parlamento (2013).

Gli imputati sono Raffaele Lombardo (ex Presidente della Regione Siciliana e fondatore dell’MPA; si candida al Senato nel febbraio 2013, ma non è eletto); il figlio di Raffaele, Toti Lombardo, eletto all’ARS per il Partito dei Siciliani nell’ottobre del 2012; e i signori Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida. Questi ultimi, secondo la ricostruzione del PM sulla base delle intercettazioni telefoniche, avrebbero “offerto” voti a Raffaele e Toti Lombardo in cambio di un posto di lavoro. Per l’esattezza, Ernesto Privitera non chiese lavoro per se stesso, ma per altre due persone stante che attraversavano un momento di difficoltà economica.

Veniamo alla richiesta della pena, così calcolata: per Toti Lombardo sono stati chiesti 10 mesi di reclusione, 800 euro di multa, 5 anni di sospensione dai pubblici uffici e 2 anni di ineleggibilità; per Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida sono stati chiesti 10 mesi di reclusione, 800 euro di multa, 5 anni di sospensione dai pubblici uffici; per Raffaele Lombardo sono stati chiesti 1 anno e 2 mesi di reclusione, 1000 euro di multa, 5 anni di sospensione dai pubblici uffici.

Quanto a Raffaele, è certo che ha pesato l’altro e ben più complesso procedimento penale in corso nei suoi confronti al Tribunale di Catania. Per i Pubblici Ministeri il reato contestato ai cinque si deduce dal fatto che Toti Lombardo cercò la collaborazione di Ernesto Privitera per raccogliere le firme necessarie a presentare la candidatura del padre, Raffaele; e dalla circostanza che in tutte le intercettazioni telefoniche acquisite si discute soltanto di interessi personali, mai di questioni politiche.
Il 29 ottobre 2015 è atteso il dispositivo della sentenza.

Flora Bonaccorso

 

Potrebbero interessarti anche