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Randazzo, Grillo resta presidente del Consiglio

Randazzo, Grillo resta presidente del Consiglio

Lo ha deciso il Tar di Catania che ha accolto definitivamente il ricorso presentato dal presidente del Consiglio Comunale Antonino Grillo, assistito dall’avvocato Agatino Lanzafame. Per i giudici amministrativi la delibera del Consiglio Comunale n. 8 del 9/4/2015, con cui il civico consesso ha “revocato” la propria deliberazione n. 32 del 15/07/2013, riguardante l’elezione del presidente, è “illegittima”. Pertanto Grillo può rimanere di diritto al suo posto.

GrilloCome previsto, nella camera di consiglio del 28 maggio, il Tar di Catania, con sentenza n. 1653/2015, si è pronunciato in via definitiva sul caso del presidente del Consiglio comunale di Randazzo, Antonino Grillo (nella foto a sinistra), accogliendo il ricorso presentato da quest’ultimo per l’annullamento della delibera di “revoca del presidente” approvata il 9 aprile da nove consiglieri di minoranza.

Una battaglia politica, piuttosto che legale, che ha tenuto banco negli ultimi mesi sia nell’agenda dei lavori del consiglio comunale sia nell’attività politica cittadina. Sul piano legale il Tar, accogliendo le argomentazioni proposte dal difensore del presidente Grillo (nella foto a destra con Grillo), ha sentenziato “l’illegittimità della delibera, volta ad eludere – per motivazioni esclusivamente politiche – le disposizioni di legge poste a tutela della figura del presidente”.

IMG-20150612-WA0007Secondo la prima sezione del Tar di Catania, “risulta evidente” che il Consiglio comunale ha adottato, illegittimamente, il procedimento per la revoca degli atti amministrativi “allo scopo di raggiungere altra finalità, vale a dire per pervenire alla revoca del presidente del Consiglio comunale, ciò che non sarebbe stato possibile deliberare, alla stregua delle disposizioni statutarie in vigore”. Secondo i giudici l’istituto della revoca può essere previsto esclusivamente dallo Statuto Comunale, ed in ogni caso, “la mozione motivata di revoca deve essere approvata da almeno i due terzi dei componenti del Consiglio, cosa non avvenuta nel caso in questione”. Da ciò l’annullamento della delibera e la condanna per il Comune di Randazzo a rifondere le spese legali sostenute dal presidente Grillo. “Un costo per la collettività – scrive in un comunicato il presidente Grillo – che sarebbe potuto essere evitato con una condotta maggiormente diligente da parte dei consiglieri comunali”.

Grande la soddisfazione del presidente Grillo per l’esito del giudizio a suo favore. “Ringrazio il mio legale che mi ha sostenuto in questa controversia che era, innanzitutto, una battaglia per il pieno rispetto della legalità. La mia volontà – afferma Grillo – era quella di tutelare innanzitutto la funzione del presidente del Consiglio comunale: una figura istituzionale che deve essere preservata da attacchi di natura politica, peraltro perpetrati in violazione delle disposizioni di legge e statutarie”.

Come è noto, alla base di questa disputa vi sono gli aspri contrasti tra Grillo e la minoranza che contesta al presidente il suo comportamento politico-istituzionale, ritenuto imparziale e pregiudizievole per gli interessi del Consiglio e della comunità. Sul piano politico, naturalmente, non si escludono ulteriori strascichi di polemiche tenuto conto che l’opposizione (vale a dire metà dei consiglieri) continua a disconoscere la funzione al presidente.

La questione, ancora una volta, mette in primo piano la grave criticità politica rappresentata dalla mancanza di una solida e chiara maggioranza consiliare a sostegno del sindaco Mangione sostenuto in consiglio da una maggioranza giorno dopo giorno sempre più sfiancata.

Gaetano Scarpignato

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