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Catania, operazione dei carabinieri in corso: 23 arresti TUTTI I NOMI

Catania, operazione dei carabinieri in corso: 23 arresti TUTTI I NOMI

I carabinieri stanno eseguendo, nella provincia di Catania, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni. Al centro delle indagini del Ros l’infiltrazione di Cosa nostra nei settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell’edilizia e della grande distribuzione.

Nel corso delle indagini, sono stati documentati anche rapporti collusivi con imprenditori ed amministratori locali. Sequestrati beni aziendali e quote societarie per circa 50 milioni di euro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’  questa mattina alle 11 presso il comando provinciale carabinieri di Catania.

L’inchiesta della Dda di Catania ha permesso di raccogliere importanti elementi sull’evoluzione di Cosa nostra, confermando la particolare vocazione imprenditoriale dei mafiosi. I settori sono in particolare quello dei trasporti e del commercio delle carni nella grande distribuzione, come ad esempio la catena del Gruppo 6Gdo, confiscata a un presunto prestanome del boss Matteo Messina Denaro.

Le indagini hanno evidenziato l’attività di Francesco Caruso e Giuseppe Scuto, che avrebbero avuto rapporti con affiliati mafiosi catanesi e agrigentini e con esponenti della politica. L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare sulla costituzione, nel 2008, del Partito nazionale degli autotrasportatori che – per preservare gli interessi di cui erano portatori per conto proprio e di altri, ad esempio per avere un canale privilegiato con la pubblica amministrazione per incassare i cosiddetti ecobonus – avrebbero messo a disposizione dell’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo in occasione delle elezioni europee del 2009.

Dalle indagini è emerso anche che Cosa nostra catanese, attraverso la ‘Servizi autostrade del Mare’ aveva stipulato con la società Amadeus spa, riconducibile ad Amedeo Matacena, un contratto di affitto di tre navi da utilizzare come vettori per i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria. Nelle attività relative alla commercializzazione delle carni per la grande distribuzione sarebbero emersi interessi dell’associazione mafiosa per le aziende di Carmelo Motta, che gestivano le macellerie negli hard discount a marca Fortè, per le aziende di Giovanni Malavenda, che gestivano le macellerie in numerosi supermercati del gruppo Eurospin Sicilia.

Tutti i nomi degli arrestati nell’operazione denominata “Caronte“:

Alfio Maria Aiello, di 55 anni, Marco Maria Antonio Anastasi, di 27, Rosario Bucolo, di 40, Sergio Cannavò, di 41, Francesco Caruso, di 43, Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, di 44 anni, Francesco Guardo, di 65 e il figlio Michele, di 42, Santo Massimino, di 63, Carmelo Motta, di 55, Natale Raccuia, di 41, e Pietro Virga, di 49.

Ai domiciliari sono stati posti Orazio Lo Faro, di 40, Giovanni Malavenda, di 42, Giovanni Pastoia, di 46, Luigi Calascibetta, di 68. In carcere il provvedimento restrittivo è stato notificato a Vincenzo Maria Aiello, di 51 anni, fratello di Alfio Maria, a Bernardo Cammarata, di 42, ad Alfio Catania, di 48, a Mario Ercolano, di 38, cugino di Vincenzo, a Camillo Pulvirenti, di 54, ed a Giuseppe Scuto, di 51.

 

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