Gioco d’azzardo e autismo: si può -
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Gioco d’azzardo e autismo: si può

Gioco d’azzardo e autismo: si può

Grazie alla performance di Dustin Hoffman in Rain Man del 1988 la consapevolezza sull’autismo è notevolmente cambiata. Tutti conosciamo la storia di Raymond, un uomo affetto dalla sindrome di Savant e che possiede un’estrema capacità mnemonica e a distanza di trent’anni dall’uscita dal film sono venute fuori sempre nuove storie di uomini e donne autistici che hanno brillato per le loro abilità.
Dottori (a breve sulle nostre reti il serial The Good Doctor dedicato ad un chirurgo affetto dalla sindrome di Savant), imprenditori e anche abili giocatori di poker e blackjack online.

Sono molti infatti gli autistici che possiedono abilità matematiche sovraumane e non è un caso se, proprio come succede nel film, molte persone affette da autismo hanno dimostrato le proprie capacità di calcolo applicate ai giochi in generale.

Può l’autismo aiutare a giocare meglio?

Le teorie a riguardo sono molto contrastanti ma tuttavia il comportamento di molti soggetti porta proprio a pensare che questa sindrome dona loro una marcia in più. I sintomi dell’autismo sono davvero molti, come ad esempio disturbo dell’attenzione, azioni ripetitive e altri deficit associati al comportamento sociale, quindi risulta difficile capire quali fra i tanti possano realmente contribuire a renderli dei giocatori di blackjack provetti.

Tuttavia possiamo dire che alcuni comportamenti autistici come una routine mentale e fisica particolarmente ossessiva e focalizzata su un particolare oggetto come possono essere le carte può portare ad un migliore riconoscimento delle stesse e quindi a una maggiore capacità di concentrazione su alcuni particolari che ad altri potrebbero sfuggire.

Infatti secondo uno studio è emerso che gli schemi cerebrali unici di una persona affetta da autismo permettono loro di gestire i problemi matematici meglio di soggetti non autistici ma altrettanto bravi in matematica.

Tuttavia tra le altre problematiche che l’autismo comporta ci sono anche difficoltà di comunicazione che di certo non sono di grande aiuto durante lo svolgimento di una partita a carte. Questi includono la difficoltà a comprendere i segnali del linguaggio del corpo, le espressioni facciali e il tono della voce e anche i commenti ironici (comuni a un tavolo da poker) e per questo molti sono portati a pensare che in realtà nonostante le notevoli capacità un autistico non è tagliato per sedersi ad un tavolo di gioco. Questo può essere in parte vero in quanto esistono diverse forme di autismo che portano un individuo ad eccellere in qualche abilità pur essendo incapace di esprimere certi pensieri.

Il gioco delle carte e del blackjack può essere per qualcuno un’eccezione. Anche se non siamo a conoscenza di professionisti del gioco affetti dalla sindrome di Savant è noto che molti individui si sono contraddistinti per le loro capacità come del resto ci suggerisce anche la filmografia a riguardo. Daniel Tammet, scrittore autistico britannico con un grande talento per la matematica, ad esempio è stato protagonista di un esperimento sulle sue capacità mnemoniche e sulle abilità di giocatore di blackjack.

Daniel, che è anche stato finalista del World Memory Championship dove ha recitato con precisione più di 22.514 cifre, ha deciso di provare a giocare una mano di blackjack nel 2006 mentre veniva girato un documentario su di lui intitolato The Boy With The Incredible Brain. Nonostante le sue precedenti imprese mentali, Tammet ha dimostrato una certa frustrazione nel cercare di contare le carte secondo il proprio sistema collaudato e con molto stupore (persino il suo) solo dopo avervi rinunciato è riuscito a giocare molto meglio.

Mettendo da parte il suo sistema e la sua routine mentale e cercando di sforzarsi di applicare un nuovo metodo Tammet è riuscito persino a vincere alcune mani dopo aver eseguito uno split.

Come dimostra l’esperimento eseguito da Daniel Tammet l’autismo si manifesta sempre in diversi modi e questo significa che può costringere i soggetti affetti ad uscire dai propri schemi mentali per risolvere una situazione.  Daniel ha un metodo infallibile per elevare un numero a qualsiasi potenza ma ha qualche difficoltà con le radici quadrate e con le incognite. Probabilmente ha persino problemi a chiamare un taxi o a mettere un DVD e questo sta anche a dimostrazione del fatto che nonostante questi “super poteri” che molti gli attribuiscono non sempre gli autistici riescono ad avere la meglio, nemmeno in una partita a carte.

Esperimenti come questi possono portare molte aspettative su ciò che una persona con autismo è capace di fare o possono servire a capirne quali sono i limiti. Forse non tutti gli individui con autismo sono dei bravi giocatori di carte o potranno diventare dei geni ma sono semplicemente abbastanza efficienti per vivere una vita apparentemente ‘normale’.

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