Trepunti, quel parco mai aperto, diventato ormai una gigantesca pattumiera -
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Trepunti, quel parco mai aperto, diventato ormai una gigantesca pattumiera

Trepunti, quel parco mai aperto, diventato ormai una gigantesca pattumiera

Sarà che dovrà ospitare – non si sa ancora come e in quale anno – il Centro di raccolta comunale, stà di fatto che il parco regionale incompiuto di Trepunti, si è trasformato in una gigantesca pattumiera. Una vergogna sotto gli occhi di tutti.

La gramigna che ha ricoperto ogni spazio. E una selva di sterpaglie ha completamene sommerso ogni infrastruttura. Scomparsa la stessa arena, inghiottita dalla vegetazione;  un manufatto artistico annesso alla villetta con i suoi percorsi pedonali. E ancora: la pista di auto-modellismo, coperta da rovi e sterpaglie e rifiuti di ogni tipo.

Gli annessi campi da tennis diventati simbolo di degrado e squallore, in perfetta armonia con le numerose opere incompiute che ricadono nella frazione di Trepunti, concentrate in un fazzoletto di terra: la piscina, il centro polifunzionale, il parco regionale e il centro fieristico permanente dei fiori ornamentali, quest’ultimo poi convertito in autoparco comunale dopo che la struttura era stata per lunghi anni cannibalizzata.

Del parco regionale di Trepunti, lasciato a metà, negli anni ‘80, quando i finanziamenti venivano concessi con la regola degli “stralci”, producendo le innumerevoli opere incompiute disseminate sul territorio e che hanno regalato alla cittadina jonica il primato nazionale, rimane lì, in attesa di un intervento di riqualificazione. In quest’area dovrebbe sorgere il Centro di raccolta comunale, ovvero una piazzola ecologica prevista nell’appalto del servizio ecologico.

Nel frattempo – alla vigilia della stagione estiva e quindi del caldo torrido – montagne di erbacce miste a rifiuti rappresentano un potenziale pericolo per via degli incendi che rischiano di attaccare un insediamento edilizio popolare che si trova proprio a ridosso dell’area a verde incompiuta, all’interno della quale, purtroppo, non è rimasto più nulla.

L’enorme parco è attualmente delimitato da una recinzione ormai logora e arrugginita; nella parte posteriore, alle spalle di via Mameli, l’ingresso dell’area a verde è occupato da una distesa di rifiuti ingombranti lasciati a marcire, nonostante il cartello che eufemisticamente indica la presenza di un impianto di video sorveglianza.

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