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Taormina: “Sos” per la Fondazione Mazzullo

Taormina: “Sos” per la Fondazione Mazzullo

A lanciare il grido d’allarme è il nuovo presidente Alfio Auteri, il quale denuncia lo stato di profonda sofferenza dell’importante istituzione culturale cittadina, in procinto di dover chiudere i battenti a causa di debiti pregressi e del disinteresse dell’Amministrazione Comunale

Pochi anni prima di morire, volle affidare parte della sua produzione artistica alla capitale siciliana del turismo. Ma il grande scultore e pittore del vicino Comune alcantariano di Graniti, Giuseppe Mazzullo (1913-1988), allora non immaginava che tale prestigiosa location non sarebbe stata in grado di dare degna ospitalità ai suoi capolavori, apprezzati in tutto il mondo ed, in particolare, dall’“intellighenzia” italiana del Dopoguerra, i cui massimi esponenti (tra cui Guttuso, Sciascia, D’Arrigo, Zavattini, Ungaretti e Cardarelli) erano soliti frequentare sia la sua abitazione romana di Via Sabazio e sia quella del paesino dell’Alcantara dove il quotatissimo artista era solito far ritorno durante i periodi di ferie.

Oggi, infatti, la “Fondazione Mazzullo” rischia il pignoramento per alcuni pagamenti non onorati e relativi, in particolare, ad una mostra svoltasi nel 2010 ed alle polizze assicurative 2013-2014: il tutto per un totale di quasi diciassettemila euro, che per una blasonata municipalità come Taormina dovrebbero rappresentare degli “spiccioli”.

Il grido d’allarme è stato lanciato da Alfio Auteri, da cinque mesi nuovo presidente della prestigiosa istituzione culturale taorminese intitolata all’insigne scultore siciliano di fama internazionale ed avente sede nello storico Palazzo dei Duchi di Santo Stefano.

«Essendo privo di risorse finanziarie – si legge in una nota diramata dal neo presidente Auteri – il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Mazzullo non può assolutamente fare fronte alle citazioni ed agli atti di precetto notificatici in queste ultime settimane, e dei quali abbiamo informato l’Amministrazione Comunale di Taormina, senza però ricevere risposta alcuna.

«Il Comune, peraltro, non ci ha ancora erogato i contributi annuali del 2013 e del 2014, non ci ha versato le quote dei proventi dei matrimoni civili celebrati nella nostra sede e non si è minimamente preoccupato di effettuare l’ordinaria manutenzione dell’immobile (illuminazione, irrigazione del giardino, riparazione del tetto e degli infissi ormai fradici, ecc.).

«Risultato: non siamo più in grado di ospitare appuntamenti importanti, come le mostre di Botero, Matta, Fontana e Modigliani che avevamo programmato per questi mesi. Ma non potremo consentire nemmeno l’ingresso dei visitatori fino a quando sia le opere esposte che le persone (compresi i partecipanti ai matrimoni civili) non saranno coperte da idonea assicurazione.

«Di questo stato di cose – sottolinea in conclusione il presidente Auteri – il sottoscritto non è stato messo a conoscenza al momento della nomina a presidente della Fondazione Mazzullo, un’istituzione che, al di là di chi si trova a guidarla, meriterebbe maggiore attenzione, sia ai fini di un ritorno d’immagine per la nostra Taormina e sia per degnamente onorare la memoria del grande e compianto artista che l’ha fortemente voluta».

Ancora una volta, dunque, ci si ritrova in presenza di un bene artistico-culturale che, affrontando solo poche spese gestionali e manutentive, potrebbe dare lustro ed entrate economiche alla Sicilia, ma che viene sistematicamente trascurato dalle istituzioni competenti. Le associazioni ed i benemeriti volontari (come il presidente Auteri) possono fornire contributi di idee e supporti organizzativi, ma non si può certo pretendere da loro di sacrificarsi economicamente al posto dei vari enti pubblici (Regione, Comune, ecc.) che hanno il dovere e le possibilità di reperire le risorse finanziarie necessarie a poter gestire e rendere fruibili questo tipo di patrimoni dalle straordinarie potenzialità.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano e nei riquadri (da sinistra) Alfio Auteri e Giuseppe Mazzullo

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