Trivelle in azione per scavare il terzo pozzo Musa -
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Trivelle in azione per scavare il terzo pozzo Musa

Trivelle in azione per scavare il terzo pozzo Musa

Domenica mattina una grossa trivella ha iniziato lo scavo del pozzo Musa. Un momento atteso da anni, da quando, cioè, i tecnici hanno stabilito che a qualche centinaio di metri dagli altri 2 pozzi, sempre in contrada Musa sull’Etna, scavando si sarebbe trovata buonissima acqua potabile ed in quantità tale da soddisfare le esigenze idriche di tutta la comunità. Per questo il momento è stato celebrato nel migliore dei modi.

Sul posto a vedere in azione la grossa trivella si è recato il sindaco Pino Firrarello. Con lui il progettista e direttore dei lavori, il geometra Nino Saitta, responsabile del settore Urbanistica del Comune: “Il pozzo – ci spiega Saitta – sarà profondo circa 250 metri e largo 45 centimetri, ma troveremo la falda d’acqua già a 120 metri. Da questo pozzo pensiamo di prelevare almeno 30 litri di acqua al secondo”.

Poi dopo i primi risultati della giornata aggiunge: “La trivella ha trovato roccia particolarmente resistente, ma questo non è un problema anzi. Se da una parte la trivella è costretta a scavare meno velocemente, dall’altra i tecnici non dovranno mettere lo scavo in sicurezza per evitare che frani. Di conseguenza non escludo che fra qualche mese potremmo già raggiungere la falda acquifera. Per riuscire a farla arrivare nei rubinetti di tutti i brontesi però – conclude – bisognerà che si effettuino tutti i lavori dell’intero progetto di oltre 5 milioni di euro che credo verranno completati a settembre”.

“L’acqua a Bronte non può mai mancare. – afferma Firrarello – I brontesi lo dicono sempre. Non può mancare perché viviamo su un sottosuolo zeppo d’acqua. Eppure, viviamo il disagio della carenza idrica ed i brontesi sono stati costretti anni fa a porre sui tetti tanti serbatoi, perché l’Acoset ci porta via qualcosa come 800 litri di acqua al secondo.

Adesso con il terzo pozzo Musa risolveremo il problema e fra qualche mese daremo ai cittadini la giusta risposta. Ringrazio – conclude – Gino Fallico ed alla sua famiglia per averci permesso di effettuare gli studi prima ed adesso lo scavo in un terreno che è suo”.

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