Femminicidio di Macchia di Giarre: arresto convalidato. Esclusa la morte per cause naturali VIDEO -
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Femminicidio di Macchia di Giarre: arresto convalidato. Esclusa la morte per cause naturali VIDEO

Femminicidio di Macchia di Giarre: arresto convalidato. Esclusa la morte per cause naturali VIDEO

Il Gip di Catania Simona Ragazzi ha convalidato il fermo di Leonardo Fresta con l’accusa di omicidio. Il panettiere di Giarre accusato di avere ucciso la convivente Debora Pagano, resta rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.

Lo conferma l’avv. Salvatore La Rossa, legale che assiste Fresta. Frattanto si è appreso che la salma di Debora è stata restituita ai familiari ed è ora diretta nel paese natio di Letojanni. I funerali – si attende ancora la conferma – probabilmente si terranno domani venerdì, alle 17,  nella chiesa di San Giuseppe a Letojanni.

LA NOTA DELLA PROCURA DI CATANIA 

La Procura della Repubblica, all’esito di serrate e complesse indagini dalla stessa coordinate e svolte  dai Carabinieri della Compagnia di Giarre, congiuntamente al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, ha disposto il giorno 10 luglio il fermo nei confronti di Leonardo Fresta, 40 anni, con contestuale traduzione presso  la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza, in quanto gravemente indiziato di essere, allo stato degli atti,  l’autore  dell’omicidio della convivente Catena (detta Debora) Pagano di 31 anni, rinvenuta cadavere lo stesso giorno, all’interno dell’abitazione in cui i predetti convivevano con la figlia minore, in quel frangente non presente in quanto affidata ai nonni materni, per trascorrere con essi il fine settimana.

Il quadro indiziario raccolto, ha, infatti, permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del fermato che, in uno alle prime risultanze tecniche riconducibili agli accertamenti effettuati dal medico legale e dal personale della sezione investigazioni  scientifiche dei Carabinieri, hanno indotto la Procura all’emissione del fermo.

Nell’ordine: lo stacco temporale di oltre un giorno e mezzo tra il momento della morte e quello in cui è stato dato avviso dallo stesso Fresta al 118, pur essendosi questi, a suo dire, immediatamente reso conto del decesso; le contraddittorie versioni rese al personale sanitario del 118 intervenuto sui luoghi, rispetto a quelle fornite nell’immediatezza dei fatti alla polizia giudiziaria, nonché rispetto a quelle rese in sede di interrogatorio; l’essere state rilevate sul corpo della vittima, da parte del medico legale, indicazioni tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso, in forza della presenza di numerose  ecchimosi riscontrate in varie parti del corpo e della frattura dello sterno e di una costa; la presenza, rilevata  mediante l’utilizzo del “Luminol”, di diffuse tracce ematiche all’interno dell’abitazione anche in ambienti diversi dal bagno, nonché una generalizzata, ed ingiustificata per le circostanze, opera di pulizia dei luoghi; l’acquisizione di  immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e le dichiarazioni rese da conoscenti e parenti della famiglia della vittima.

Nella giornata di ieri si è proceduto all’autopsia del cadavere e si è poi svolta l’udienza di convalida, in esito alla quale il G.i.p. Simona Ragazzi ha convalidato il fermo emettendo ordinanza custodiale in carcere.

 

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