Fiumefreddo, il consigliere Maria Taormina si dimette dal PD -
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Fiumefreddo, il consigliere Maria Taormina si dimette dal PD

Fiumefreddo, il consigliere Maria Taormina si dimette dal PD

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere di minoranza Maria Taormina che ha deciso di dimettersi dalla posizione ricoperta al Partito Democratico del Comune di Fiumefreddo di Sicilia.

 

“La misura è colma: potrebbe sembrare il titolo di un film e forse lo è, thriller e comico al tempo stesso, una storia ricca di spunti, aneddoti, passi indietro e improvvisi salti carpiati.

Quando due anni fa ho aderito al Partito Democratico, dopo un lungo “corteggiamento” dell’attuale segretario di circolo, Gino Currò, l’ho fatto con grande entusiasmo e con la voglia di poter contribuire alla vita politica del mio paese, supportata dall’esperienza e dal percorso storico del partito nel quale avevo deciso di impegnarmi. Purtroppo, tutto questo è rimasto tabula rasa, stereotipo di un disegno che mai ha avuto tinte colorate, poichè la politica, quella vera, fatta per servire la gente e per dare risposte, non può essere fatta per soddisfare l’ego personale o per vincere una guerra di astio nei confronti di un altro o per accaparrarsi qualche poltrona. La politica è sentimento, idee, cultura, tradizione e passione, almeno io la interpreto così.

Nel PD fiumefreddese, in questi anni, non si è avuta una strategia operativa e comunicativa, elemento più che mai determinante per acquisire credibilità. Non si è pensato di concertare e programmare una linea che potesse essere attrattiva e stimolante per la collettività. Non abbiamo saputo indossare, insomma, quel “vestito” per creare un nuovo trend, per richiamare i giovani e invitarli a impegnarsi in prima persona per il loro Comune. Eppure lo stato in cui versa Fiumefreddo è sotto gli occhi di tutti, il decadimento è palese.

Ai giovani presenti nel PD, che hanno scelto altre vie, bastava dargli fiducia, attribuire ruoli definiti e assegnare la responsabilità di comparti operativi precisi, facendoli rendere al massimo, ma ahimè, niente di tutto questo si è avverato. I giovani sono scappati, perché avrebbero voluto risposte che non ci sono.

Il partito dovrebbe essere una casa, dove una famiglia decide di condividere ideologie, pensieri e di spendere il proprio tempo per cambiare qualcosa. Non sempre ci si riesce, è vero, ma bisognerebbe quanto meno tentarci con una logica di azione, del resto la forza delle idee dovrebbe spingere a scrivere una nuova storia e delineare un nuovo percorso metodologico. Dovrebbe, insomma, mirare anche al cambiamento e all’innovazione.

La campagna elettorale, ormai velatamente partita, diventa la goccia che fa traboccare il vaso. Un vaso rotto i cui cocci sono da raccogliere uno per uno. Ogni coccio ha un nome, ha una vicenda storica, una tessera e anche un valzer di tessere, le stesse millantate in sede assembleare con grande senso di orgoglio, ma senza una reale spinta ideologica e propulsiva all’attività politica.

Non tutto è marcio però, ci sono compagni che hanno avuto il coraggio di farsi avanti, venendo quasi zittiti perché in minoranza, perché espressione non di una cordata, ma di un senso di responsabilità che dovrebbe spingere tutti.

Il circolo locale del PD, dopo aver deliberato lo scorso 5 Dicembre, in sede assembleare, la strada da seguire per le prossime amministrative, oggi improvvisamente, incontra un’associazione, Democratica Città, il cui ispiratore e presidente è un consigliere comunale dello stesso partito, con tanto di tessera, facendosi imporre la scelta sul nome del candidato sindaco da proporre alle prossime amministrative, in barba alle decisioni assembleari assunte.

Mi spiace sottolinearlo, il PD mostra, ancora una volta, di non avere una collocazione definita, anche perché i vertici non hanno mai avuto un pugno fermo nel tenere fede alle decisioni assunte, cercando invece sempre una strada che accontentasse tutti.

Per tali ragioni mi dimetto dal Partito e dalla carica che rivesto all’interno della Direzione Regionale, auspicando che presto si rinsavisca e si comprenda che bisogna azzerare tutto per ripartire con slancio, dando una nuova identità operativa a un PD fiumefreddese ormai ridotto ai minimi termini”.

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