Catania, manifestazione di protesta davanti gli ospedali chiusi della città -
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Catania, manifestazione di protesta davanti gli ospedali chiusi della città

Catania, manifestazione di protesta davanti gli ospedali chiusi della città

Questa mattina manifestazione davanti a tutti gli ospedali chiusi del centro storico di Catania per rivendicare una sanità gratuita, di qualità e accessibile a tutti.

“Il Sistema Sanitario Nazionale è al collasso, ma questa non è affatto una casualità, un condizione dettata esclusivamente dall’emergenza che stiamo attraversando” commentano i promotori della protesta ovvero i rappresentanti del Comitato di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida”, del Fronte della Gioventù Comunista – Catania e di Potere al Popolo – Catania.

“La debolezza del nostro SSN è dovuta ad anni e anni di tagli alla sanità pubblica che hanno prodotto la chiusura di reparti o, in alcuni casi, di interi ospedali; la mancata assunzione di personale che ha determinato l’assenza di turn-over tra chi andava in pensione e chi veniva assunto (anche a causa del numero chiuso a Medicina e dell’impoverimento delle borse di specializzazione); le agevolazioni alla sanità privata che anche in una situazione emergenziale come questa continua ad interessarsi dei propri guadagni e non della salute di tutti e tutte; il modello di aziendalizzazione e regionalizzazione della sanità pubblica stessa, che verte su logiche imprenditoriali e guarda la salute non più come un diritto ma come merce, un settore sul quale investire per ottenere più profitto; un modello che ha causato lo smantellamento del sistema di medicina territoriale e il sottofinanziamento della prevenzione: oggi non si punta a non far ammalare le persone, ma a costruire pochi e grandi centri d’eccellenza per curarle. Cure che grazie ai tagli al Servizio Sanitario Nazionale, se non si vogliono aspettare tempi infiniti, vengono fornite da cliniche private, voraci dei soldi del paziente.

Negli ultimi 10 anni sono stati sottratti alla Sanità 37 miliardi di euro. Nello stesso lasso di tempo, abbiamo perso 70 mila posti letto e 359 reparti ospedalieri. Secondo le associazioni di categoria mancano in organico 50 mila infermieri e decine di migliaia di medici. Questi sono numeri che hanno un peso rilevante, e che in una situazione come questa avrebbero fatto la differenza!”.

“In assenza di interventi concreti del Governo nazionale e regionale negli scorsi mesi sulla questione, pretendiamo – concludono i manifestanti – l’immediata riapertura dei presidi ospedalieri chiusi, o parzialmente funzionanti; la requisizione delle cliniche private che devono essere messe a disposizione dei bisogni del popolo e l’assunzione immediata del personale sanitario necessario e la stabilizzazione dei contratti precari.

Tutte queste misure devono essere finanziate tagliando le inutili spese militari e prendendo i soldi necessari dalle tasche di padroni e speculatori che persino durante la pandemia hanno visto crescere i loro patrimoni. La Sanità è un diritto che ci siamo conquistati con la lotta e lo difenderemo allo stesso modo!”.

 

 

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