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Randazzo: commemorate a Murazzo Rotto le vittime della prima “strage di Stato”

Randazzo: commemorate a Murazzo Rotto le vittime della prima “strage di Stato”

Centinaia di indipendentisti provenienti da tutta la Sicilia hanno reso omaggio domenica scorsa alla memoria di Antonio Canepa e dei militanti dell’Evis che trovarono la morte nella contrada del Comune etneo in un conflitto a fuoco presumibilmente “commissionato” da chi remava contro le legittime rivendicazioni della nostra isola

Anche quest’anno sono state commemorate a Randazzo le vittime dell’eccidio perpetrato il 17 giugno del 1945 nella contrada denominata “Murazzo Rotto”. A perdere la vita in quella località a seguito di un conflitto a fuoco con i carabinieri furono l’eroico indipendentista palermitano trentasettenne Antonio Canepa, docente universitario e fondatore dell’E.V.I.S. (“Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia”), ed altri due giovani (Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice), tutti accomunati dall’ideale di rendere la Sicilia uno Stato autonomo. In memoria delle tre vittime è stato eretto, nel luogo in cui esse hanno trovato la morte, un cippo dinnanzi al quale, nel pomeriggio di avantieri, si sono radunati un centinaio di indipendentisti provenienti da tutta l’isola.

«E’ stato un momento di solenne condivisione ideale – ha tenuto a sottolineare l’insegnante e storico Salvatore Musumeci, presidente nazionale del Movimento Indipendentista Siciliano (M.I.S.) – nonché un’occasione per rinnovare l’impegno di ciascuno di noi a lottare democraticamente per l’affermazione della Nazione Siciliana. La nostra annuale presenza a Murazzo Rotto serve anche a tramandare alle generazioni future il ricordo di una significativa pagina di storia della Sicilia, solitamente e colpevolmente negata dalla storiografia ufficiale. Questo perché quelle “mitragliate” delle forze dell’ordine locali contro Canepa ed i suoi sostenitori erano, in realtà, state commissionate da “autorità superiori” (servizi segreti internazionali e potentati vari) che ben poco gradivano quel progetto politico mirato all’ottenimento dell’autonomia della Sicilia, una terra che potrebbe ancora essere pienamente autosufficiente e prosperosa di benessere, sviluppo ed occupazione, ma che invece si vede ogni giorno depauperata da uno Stato “patrigno”, sino a risultare, dal punto di vista economico, il fanalino di coda delle regioni italiane».

Da sinistra Vito Cutuli, Rosa Cassata, Giacomo Cosentino e Salvatore Musumeci

Questi concetti sono stati ribaditi dalle autorevoli personalità dell’indipendentismo siciliano intervenute insieme a Musumeci alla commemorazione di avantieri nella contrada randazzese di Murazzo Rotto, ossia il leader storico del F.N.S. (Fronte Nazionale Siciliano) Pippo Scianò, la presidente del movimento “Sicilia Libera” Rosa Cassata, il vicesegretario nazionale del FNS Giacomo Cosentino ed il responsabile del MIS del Comune di Giarre Vito Cutuli.

Tutti gli oratori hanno puntato l’indice accusatorio contro la classe politica regionale, colpevole di “svendere” la dignità e lo sviluppo socioeconomico della Sicilia pur di accattivarsi le simpatie dei governi centrali e dell’Unione Europea, i quali alla nostra isola, nonostante le sue enormi prerogative e potenzialità, continuano a riservare un trattamento da “colonia”.

Sono state, inoltre, criticamente riviste le figure storiche (Garibaldi, Nino Bixio, i Savoja, ecc.) protagoniste dell’epopea risorgimentale dell’Unità d’Italia, solitamente considerata una conquista di civiltà, mentre invece si sarebbe solo rivelata una… conquista territoriale mirata all’occupazione ed al depauperamento di un territorio che avrebbe potuto tranquillamente autogestirsi come Stato autonomo ed indipendente, anziché essere sistematicamente “saccheggiato”.

Qualche “frecciatina” è stata indirizzata anche al tanto “decantato” Ponte sullo Stretto di Messina. «Con questa costosissima “infrastruttura” – ha dichiarato al riguardo Pippo Scianò – si vorrebbe legare ancor più la Sicilia al resto della penisola italiana per rafforzare l’idea della cosiddetta “Italia Unita”, mentre la Sicilia è orgogliosa di essere un’isola distaccata dal resto dello Stivale ed in grado di autogovernarsi con le proprie risorse».

Da sinistra il poeta Vito Cutuli e Giacomo Cosentino

Da più parti è stata, comunque, sottolineata la necessità di fare in modo che l’indipendentismo non si riduca ad una mera rievocazione storica, ma che possa effettivamente incidere nel miglioramento delle sorti della Sicilia. A tale scopo, come è stato annunciato durante la recente cerimonia di Murazzo Rotto, sabato prossimo, 24 giugno, si terrà ad Enna una convention operativa dei movimenti indipendentisti siciliani.

La commemorazione si è conclusa con un sentito ricordo degli indipendentisti siciliani recentemente scomparsi, tra cui Santo Trovato (storico militante catanese di “Siciliani Liberi” e coordinatore del Circolo “Antonio Canepa”) e con la lettura, da parte del loro autore Vito Cutuli, di tre poesie aventi per tema la sicilianità e pubblicate negli scorsi anni sulle edizioni cartacee del nostro “Gazzettino”.

Rodolfo Amodeo

                                                 

FOTO PRINCIPALE: da sinistra Salvatore Musumeci, Rosa Cassata, Vito Cutuli, Pippo Scianò e Giacomo Cosentino

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