Catania, processo “Scarface”: il Tribunale non ammette eccezione alla regola del giudizio abbreviato -
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Catania, processo “Scarface”: il Tribunale non ammette eccezione alla regola del giudizio abbreviato

Catania, processo “Scarface”: il Tribunale non ammette eccezione alla regola del giudizio abbreviato

CERBO-William-Alfonso-19.08.1982All’udienza del 22 marzo 2016 nell’ambito del processo scaturito dall’operazione Scarface della Procura di Catania, il giovane William Cerbo (nella foto a sinistra) ha ammesso i reati di truffa e della bancarotta fraudolenta, respingendo le accuse sia di affiliazione al clan dei Carcagnusi (che ha in Sebastiano Mazzei il suo capo indiscusso) sia di estorsione. “Mi sentivo trattato bene da Sebastiano, lo considero un amico, certamente non ci ha unito l’interesse economico”, dichiara William al Tribunale.

Quanto al capo di imputazione di estorsione, solo questo è stato riformulato dal PM Andrea Bonomo, a seguito dell’esame e del controesame di un commerciante con cui William intrattenne affari. La circostanza ha giustificato la richiesta del giudizio abbreviato da parte degli avvocati Alessandro Coco e Giuseppe Passarella, ma i due legali si sono spinti ben oltre chiedendo il rito alternativo per tutti i reati contestati a William Cerbo, in nome dell’unitarietà del procedimento nei confronti del loro assistito.

Niente di fatto, perché il Tribunale ha ordinato di proseguire con rito ordinario; non solo perché “la giurisprudenza consente il rito abbreviato solo per le imputazioni oggetto di modifica” ma anche perché “Per il Collegio non si è trattato di una modifica del nucleo essenziale del fatto, ma di una modifica relativa a un fatto più dettagliato rispetto a quello originario contestato”, pertanto “accogliere la tesi difensiva porterebbe ad una condizione privilegiata per gli imputati”.

Flora Bonaccorso

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