Catania: il traffico di cocaina era cosa della “family”: 9 arresti NOMI FOTO VIDEO -
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Catania: il traffico di cocaina era cosa della “family”: 9 arresti NOMI FOTO VIDEO

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La Polizia di Catania questa mattina ha eseguito l’operazione “Family” dando esecuzione, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di nove persone.

L’ELENCO DEGLI ARRESTATI

Andrea Cambria, (cl.1963), pregiudicato, già detenuto per altra causa;

Santo Strano, (cl.1966), inteso “Facci i Palemmu”, pregiudicato, già detenuto per altra causa,

Sebastiano Cambria, (cl.1991), inteso “Sebi”, pregiudicato;

Alessandro Di Benedetto, (cl.1966), inteso “Sandro”, pregiudicato;

Orazio Conte, (cl.1973), inteso “Orazio 3 carte”, pregiudicato;

Alfio Costa, (c.1972), inteso “Simone”, pregiudicato;

Giovanni D’Angelo, (cl.1981), inteso “Scinni ‘mpuntu”, pregiudicato;

Mario Carmelo Cambria, (cl.1986), inteso “Melo”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;

Mario Gerbino, (cl.1968), pregiudicato, già detenuto per altra causa.

Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nonché di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91 (clan Cappello – Bonaccorsi) e di essere l’associazione armata.

La misura cautelare accoglie gli esiti di indagini tecniche, coordinate dalla D.D.A. di Catania e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Antidroga nell’arco temporale ottobre 2011 – giugno 2012, dalla quale è emersa l’esistenza di un’associazione criminale, organizzata e promossa da Andrea Cambria, Orazio Conte, Mario Gerbino e Santo Strano, dedita al traffico di marijuana e cocaina, sull’asse Calabria – Catania ed allo spaccio della medesima sostanza nel capoluogo etneo.

Le indagini hanno fatto emergere che l’associazione ha il suo fulcro nel nucleo familiare di Andrea Cambria, composto dallo stesso e dai figli Mario Carmelo e Sebastiano; questi, coadiuvato da Mario Gerbino, Santo Strano e Alessandro Di Benedetto, si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente – privilegiando il mercato calabrese anche grazie a comprovati rapporti con le “ndrine” della Piana di Gioia Tauro (RC) – e della successiva commercializzazione al dettaglio curata dai due figli che gestivano due “piazze di spaccio” ubicate nei rioni cittadini di San Cristoforo e Zia Lisa.

Santo Strano detto “Facci ì palemmu”, proprio per il suo carisma criminale derivante dal ruolo di vertice rivestito nell’ambito della famiglia Cappello – Bonaccorsi, offriva una copertura mafiosa che permetteva all’organizzazione di potere operare sul territorio, garantendo la riscossione dei crediti vantati nei confronti dei clienti – acquirenti. Orazio Conte, cognato di Andrea Cambria, collaborava nella gestione della piazza di spaccio unitamente ai nipoti Sebastiano e Mario Carmelo Cambria provvedendo contestualmente al pagamento degli stipendi dei detenuti.

Gli esiti dell’attività tecnica dimostravano, altresì, l’uso di un linguaggio criptico da parte degli odierni arrestati ove sovente venivano utilizzati termini  come “armani” – “arancini”- “giubbotti” – “cartocciate” destinati a celare le illecite attività concernenti la droga. L’attività di polizia giudiziaria di tipo tradizionale correlata agli esiti delle intercettazioni consentiva di eseguire arresti e sequestri dei quali si riportano i più significativi: il 21 novembre 2011, veniva arrestato Mario Gerbino trovato in possesso di 6,5 chili lordi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, armi (4 pistole, di cui due revolver, una semiautomatica cal.9 x21 e una pistola automatica cal.9 e 2 fucili a pompa), munizionamento e un’ingente somma di denaro contante (467.440,00 euro), oltre a vari appunti manoscritti, a conferma dell’illecito traffico; il 2 giugno 2012, veniva arrestato Alessadnro Di Benedetto trovato in possesso di otto panetti da un chilo e 200 grammi ciascuno di cocaina per un totale di quasi 10 chili.

Nel corso delle perquisizioni eseguite a corollario dell’esecuzione della misura restrittiva, all’interno dell’abitazione di Sebastiano Cambria è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 40.520,00 euro.

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