Catania, controlli antiterrorismo della Digos -
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Catania, controlli antiterrorismo della Digos

Catania, controlli antiterrorismo della Digos

A seguito dei recenti episodi di terrorismo avvenuti in territorio francese, tunisino e maliano, sono stati incrementati i servizi di vigilanza e di controllo nella provincia etnea.

In tale ambito, la D.i.g.o.s. ha programmato dei controlli a luoghi oggetto di aggregazione di soggetti potenzialmente contigui al fondamentalismo islamico e, in particolare, nei confronti dell’etnia somala, ritenuta di interesse investigativo atteso che in Somalia è attiva l’organizzazione terroristica denominata “Al Shabaab”.

In questo contesto, il personale della D.i.g.o.s. ha individuato un sito nel quartiere Fasano del Comune di Gravina di Catania in cui insistevano degli appartamenti ove avevano trovato alloggio numerosi cittadini somali.

Specificatamente, nelle prime ore del mattino di ieri 22 dicembre, gli operatori di polizia s’introducevano in una palazzina residenziale ubicata in via Paolo Orsi n.18 e, rispettivamente al 3° e 4° piano, individuavano due appartamenti al cui interno sono stati rintracciati n. 20 stranieri, di cui un minore, tutti di nazionalità somala.

In particolare, al piano terzo venivano trovati n. 18 soggetti (di cui n. 13 uomini e n. 5 donne) che occupavano in totale quattro stanze, mentre al piano quarto sono stati trovati n. 2 uomini.

Entrambi gli appartamenti si presentavano in pessime condizioni igieniche e sanitarie senza spazi vitali di convivenza.

La perquisizione locale consentiva anzitutto di rinvenire all’interno di una stanza dell’appartamento al 3° piano:

  • n. 22 titoli di viaggio, validi per l’espatrio, del Governo italiano, in bianco verosimilmente contraffatti;
  • n. 29 stick adesivi trasparenti utilizzati per applicare le foto su documenti di riconoscimento;
  • una carta d’identità rilasciata dal comune di Milano, verosimilmente contraffatta, in quanto il timbro apposto sulla fotografia non risultava altresì impresso sul documento cartaceo.

Venivano, altresì, rinvenuti e sequestrati numerosi documenti di riconoscimento intestati a cittadini somali non presenti al momento del controllo, che probabilmente servivano da modello per la contraffazione ovvero per essere ceduti a soggetti somiglianti nei tratti somatici per potenziali sostituzioni di persone.

Parimenti presso l’altra abitazione, situata al piano 4°, abilmente nascosti nel doppio fondo di una valigia di colore nero, di proprietà di ABDI SHIRE Mohamed, (circostanza questa suffragata anche dalla presenza dei suoi documenti di riconoscimento all’interno), veniva rinvenuto, fra l’altro, quanto segue:

  • una cospicua somma di denaro, ammontante ad € 7.475/00 ed a 1.200/00 $ americani, ripartiti in piccoli mazzetti, di cui ABDI SHIRE Mohamed non chiariva la provenienza;
  • un quaderno ed un block notes con all’interno manoscritti nomi, importi di denaro e date.

Da una prima verifica effettuata su quanto annotato nel citato quaderno, si è avuto modo di riscontrare che due dei vari nominativi ivi riportati corrispondono a due soggetti rintracciati nell’appartamento del piano terzo nel corso dell’attività di polizia giudiziaria.

Fra l’altro, la suddivisione del denaro contante in piccole mazzette, unitamente ai conteggi riportati nei libretti sequestrati, induce legittimamente a ritenere che si tratti dei corrispettivi versati dai singoli stranieri irregolari al fine di ottenere documenti d’identità falsi validi per l’espatrio. Costituisce, infatti, un dato acquisito che i cittadini di etnia somala ambiscano a raggiungere gli Stati del Nord Europa, in particolare della Scandinavia e della Germania, ove poi presentare domanda di asilo politico, valendosi di documenti falsi nel tragitto.

In questo senso, appariva estremamente significativo che ABDULKADIR Mohamed ed HASSAN MOHAMED Abdelakim, due dei soggetti rintracciati all’interno della stanza in cui si trovavano i documenti falsi, risultavano essere stati foto-segnalati per ingresso irregolare da parte della Questura di Crotone, mentre il minore A.A.M., anch’egli presente all’interno della citata stanza, non risultava foto-segnalato. Diversamente, tutti gli altri soggetti stranieri irregolari rintracciati erano stati foto-segnalati fra il 4 ed il 14 dicembre c.a. a Lampedusa.

Era del tutto anomalo infatti che i citati soggetti sottoposti ad arresto o denunciati in stato di libertà abbiano percorso un tragitto da Nord a Sud contrariamente alle comuni rotte migratorie.

L’attività di polizia giudiziaria ha consentito inoltre di trarre in arresto altri due somali: il citato ABDI SHIRE Mohamed, custode del contante riscosso e soggetto che si occupava della contabilità, e MOHAMED MASLAX Abadir, colui il quale riscuoteva materialmente il contante dai singoli stranieri e li alloggiava temporaneamente nell’immobile, di cui aveva la disponibilità, avendolo preso in locazione.

Complessivamente, pertanto, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato e condotti nel carcere di Piazza Lanza in attesa delle determinazioni del G.i.p. presso il Tribunale di Catania:

  • ABDULKADIR Mohamed, nato a Mogadiscio (Somalia) l’1.1.1991, sedicente, di fatto domiciliato a Gravina di Catania, irregolare sul territorio nazionale;
  • HASSAN MOHAMED Abdelakim, nato a Mogadiscio (Somalia) l’1.1.1993, sedicente, di fatto domiciliato a Gravina di Catania, irregolare sul territorio nazionale;
  • MOHAMED MASLAX Abadir, nato a Mogadiscio (Somalia) il 10.7.1984, di fatto domiciliato a Gravina di Catania;
  • ABDI SHIRE Mohamed, nato a Mogadiscio (Somalia) il 10.10.1981, di fatto domiciliato a Gravina;

ritenuti responsabili, rispettivamente:

– ABDULKADIR Mohamed e HASSAN MOHAMED Abdelakim, di detenzione di documenti falsi validi per l’espatrio (ex art. 497 bis, comma 1, c.p.);

– MOHAMED MASLAX Abadir e ABDI SHIRE Mohamed, in concorso tra loro, di fabbricazione di documenti falsi validi per l’espatrio (ex art. 497 bis, comma 2, c.p.), nonchè del compimento di atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso e la successiva permanenza nel territorio dello Stato italiano e di Stati esteri (ex art. 12, comma 3, lett.a. T.U. D.Lgs 286/1998).

Venivano inoltre deferiti in stato di libertà alla locale A.G.:

A.A.M., minore di età, irregolare sul T.N., per la detenzione di documenti falsi validi per l’espatrio (ex art. 497 bis, comma 1, c.p.), successivamente affidato ad una comunità per minori;

M.M., cittadino italiano, proprietario degli immobili citati, per la violazione dell’art. 12 comma 5 del Decreto Legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, avendo favorito la permanenza illegale di stranieri sul territorio nazionale. I rimanenti n. 15 stranieri rintracciati nelle abitazioni venivano infine trattenuti a disposizione dell’Ufficio Immigrazione per gli accertamenti di competenza

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