Comune di Catania: si naviga a vista, in mezzo a sbadigli e a parole. Vuote -
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Comune di Catania: si naviga a vista, in mezzo a sbadigli e a parole. Vuote

Comune di Catania: si naviga a vista, in mezzo a sbadigli e a parole. Vuote

opposizione-centrodestraCome prima, più di prima… non farò. La metafora musicale sembra essere calzante per descrivere la condizione di un Consiglio comunale, quello del Comune di Catania, da mesi in piena crisi: paralisi amministrativa, delibere che tornano indietro, polemiche, anche forti con singoli assessori e talora con la giunta tutta e un finale… già visto. Quale? Mancanza del numero legale.

Insomma, un disastro amministrativo specchio fedele di un’amministrazione inadeguata, in attesa sempre di un equilibrio politico degno di questo nome, che non arriva mai, di un rimpasto “a parole”, ma non praticato. E sopra ogni cosa: un’amministrazione che non produce delibere.

Un “blocco” di governo che ormai non negano nemmeno gli stessi consiglieri di maggioranza. Una maggioranza sempre sfilacciata, preda da tanti “mal di pancia”, da disillusioni e attese tradite sullo scenario di un Comune in predissesto. Il dissesto? Quasi certamente non arriverà, ma la condizione economico-finanziaria è in egual maniera disastrosa. Di qui, un’iniziativa seria, a distanza di pochi giorni dall’ultimo “allarme” arrivato dalla Corte dei Conti. Una proposta, firmata da molti consiglieri è stata presentata dal vice presidente del Consiglio Sebastiano Arcidiacono e dal presidente della commissione patrimonio Salvatore Tomarchio.

“Il sottoscritti – è scritto – Sebastiano Arcidiacono nella qualità di vice presidente vicario del Consiglio comunale, e Salvatore Tomarchio Presidente della IX C.C.P. Patrimonio, premesso che l’Ordinanza in oggetto evidenzia in 10 punti la gravità della situazione in cui versa il Comune di Catania e che La documentazione servirebbe ai giudici contabili per valutare il ricorso all’imposizione a questo Consiglio comunale di pronunciarsi per la dichiarazione di dissesto dell’Ente ai sensi dell’articolo 243 quater, comma 7 del Tuel”.
L’articolo a cui fa riferimento Arcidiacono è quello che impone alla giunta venti giorni per la dichiarazione dello stato di dissesto e l’arrivo di un commissario che gestirebbe la situazione economica dell’ente (debiti e crediti) sino all’anno precedente quello dell’eventuale dissesto. Per questo motivo viene richiesta una “convocazione straordinaria” del Consiglio.

Nel frattempo, è arrivato il commissario per il bilancio di previsione e – sentite bene – potrebbe arrivarne un altro (di commissario) per il decentramento e il trasferimento di poteri ai consigli di quartiere, per i quali si attende l’adeguamento come previsto dalla legge. L’“allarme” stavolta è arrivato dal vicecapogruppo di “Grande Catania” Sebastiano Catania: insomma, Palazzo degli Elefanti “arranca”. Anche se l’assessore al bilancio Giuseppe Girlando cerca, come già fatto in passato, di dare risposte e rassicurare. Con risultati altalenanti, per così dire.

Però, a fine anno, centomila euro per il concerto di Capodanno si sono trovate. Come? La domanda è arrivata dal consigliere di “Catania 2.0” Tuccio Tringale. L’assessore alla bellezza condivisa Orazio Licandro, nella sua risposta, ha fatto riferimento per la copertura dei costi soprattutto alla “tassa di soggiorno”. Una scelta oculata? “Scelta politica” – chiosa Tringale. Se ne potevano fare di altre (di scelte, naturalmente)?
Certamente. Ma prima lo spettacolo. Che aiuta, un po’ quasi come ai tempi della Roma di Nerone, a dimenticare i problemi di ogni giorno.E sostiene l’immagine, che viene prima di tutto. Secondo gli strateghi di Palazzo degli Elefanti.
associazioni-s.-berilloHa chiesto anche di finanziamenti ad associazioni che operano al centro storico Tringale. E Licandro? Ha ricordato che con alcune iniziative sostenute dall’amministrazione, come quelle attorno al Castello Ursino, il quartiere starebbe rinascendo. Ma è così? Questioni di occhiali o di angolazioni politiche diverse?

Ma la serata è stata animata dalla presenza di molti esponenti di associazioni che lavorano nel vecchio quartiere di San Berillo (nella foto a sinistra), che, all’improvviso – causa pericolo crolli!? – è tornato al centro dell’attenzione della politica e probabilmente di altri…? Di chi?
Secondo le malelingue di chi vuole fare affari, ma è solo una maldicenza, così è se vi pare. E dire che la presenza di questi soggetti sociali pare abbia provocato addirittura la presenza, questa sì, davvero numerosa e puntigliosa delle forze dell’ordine. Per una sera, infatti, il Comune di Catania è stato presidiato quasi stesse arrivando il presidente Obama.
Misure di sicurezza eccezionali, controlli in serie, mentre sopra, a Palazzo degli Elefanti, il Consiglio andava avanti fra sbadigli e conciliaboli privati. Tutto molto poco normale, o meglio poco equilibrato, visto il “contesto” si darebbe detto una volta. Per fortuna, la “novità”, l’unica, della serata è stata il ritorno alla presidenza del consiglio, dopo la maternità, di Francesca Raciti. Poi, alla fine, non si vota nulla di concreto: tutto rinviato alla prossima settimana, alla prossima proposta di variante (al Prg che non c’è). Sperando che vada bene. A Palazzo degli Elefanti il ritornello sembra essere solo uno: “io, speriamo che me la cavo…”.

Marco Benanti

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