Castiglione: ha un volto la ragazza “tutta blu” -
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Castiglione: ha un volto la ragazza “tutta blu”

Castiglione: ha un volto la ragazza “tutta blu”

E’ stata finalmente rinvenuta una foto di Gaetana Nastasi, la ragazzina del Comune etneo morta prematuramente nel 1926 in odore di santità. Si aggiunge così un altro tassello alla corposa documentazione che sta raccogliendo il discendente Mario Giuffrè per avviare la causa di beatificazione della sua ava attraverso un apposito comitato da lui costituito e che dovrà anche far luce su alcuni aspetti ancora oscuri di ciò che avvenne dopo la sepoltura della giovane in una a tutt’oggi ignota chiesa di Acireale

Ha finalmente un volto la “ragazza tutta blu”, ovvero la castiglionese in odore di santità Gaetana Nastasi, prematuramente deceduta appena dodicenne nel 1926 in un convento di Acireale cui la sua povera famiglia l’aveva affidata perché non in grado di mantenerla. Il discendente Mario Giuffrè, il quale si è fatto promotore della causa di beatificazione della ragazzina, è infatti riuscito a reperire, presso un altro parente, una foto di quest’ultima (probabilmente l’unica scattatale nel corso della sua breve vita), risalente sicuramente a poco tempo prima che Gaetana spirasse.

E dall’espressione del soggetto immortalato in quello scatto a mezzobusto traspaiono in maniera inequivocabile la tristezza ed il tormento interiore che contrassegnarono gli ultimi mesi di vita della fanciulla la quale, come avevamo riferito in un nostro precedente servizio giornalistico al riguardo, venne colpita da una misteriosa malattia, probabilmente assimilabile all’odierna depressione: Gaetana, in pratica, avrebbe preso coscienza di essere stata abbandonata al proprio destino da una famiglia che l’aveva rifiutata (a differenza delle due sorelle minori rimaste, invece, a Castiglione) mandandola a vivere in un convento di una località a quei tempi difficilmente raggiungibile dalle persone a lei care (Castiglione di Sicilia ed Acireale, che oggi appartengono alla stessa provincia, erano allora Comuni “lontani” perché non adeguatamente collegati da strade e mezzi di trasporto pubblici). Gaetana Nastasi, comunemente chiamata anche Tanina nonché Agata in virtù del nome aggiuntole dalle suore del convento di cui era ospite, andò così spegnendosi poco a poco.

Ma proprio gli ultimi istanti della sua fugace esistenza terrena furono caratterizzati da tutta una serie di eventi miracolosi (come quel padre di famiglia disperato perché senza occupazione il quale, avvicinandosi al suo letto di morte, veniva improvvisamente raggiunto da un’offerta di lavoro) sino a quell’anomala e straordinaria colorazione bluastra che il corpo ormai senza vita della ragazzina via via assunse nelle ore immediatamente successive alla morte, quasi ad evocare la celestialità della Madonna (da qui l’appellativo popolare di “ragazza tutta blu”). Agata Tanina Nastasi, inoltre, esalò l’ultimo respiro in una giornata particolarissima, ossia il 4 aprile del 1926, quell’anno coincidente con la ricorrenza della Santa Pasqua.

La notizia di tutti questi prodigi si propagò velocemente nelle province di Catania e Messina, giungendo sino al paese natio della ragazza; la camera ardente allestita nel convento acese divenne quindi meta di un incessante pellegrinaggio protrattosi per quattro giorni, dopodiché il vescovo di Acireale del tempo, Mons. Ferdinando Cento, diede disposizioni affinché il corpo della giovane, alla luce di quelli che lo stesso alto prelato definì “segni divini”, fosse seppellito in una chiesa della cittadina etnea anziché in un comune cimitero.

Di questa toccante e suggestiva vicenda, però, a distanza di ben ottantanove anni alcuni aspetti restano ancora avvolti nel mistero. Malgrado ricerche ed indagini sui luoghi, non si riescono infatti ad individuare il convento (che oggi probabilmente non esiste più) in cui Tanina Nastasi trascorse la sua breve infanzia né la chiesa di Acireale in cui le sue spoglie sono conservate. Ma c’è di più: quasi a voler cancellare completamente il passaggio terreno di questa giovanissima castiglionese e la sua aura di santità, qualcuno ha eliminato il registro del convento relativo all’anno della morte di Tanina (il 1926), guarda caso l’unico mancante.

Su questi punti oscuri si dovrà, ovviamente, far luce nel processo di beatificazione avviato presso il Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Acireale dai discendenti della ragazza e perorato da un apposito Comitato di cui fanno parte autorevoli personalità della Valle dell’Alcantara ed, in particolare, del Comune di Castiglione di Sicilia, con in testa l’arciprete Don Roberto Fucile ed il sindaco Salvatore Barbagallo. A presiedere tale organismo è Mario Giuffrè, nipote della Nastasi dal lato paterno, il quale continua a ricevere segnali miracolosi dalla sua ava.

«Lo scorso 7 agosto – rivela Giuffrè –Tanina, senza che io la invocassi, mi è apparsa in sogno per incitarmi a non fermarmi e ad andare avanti nella causa di beatificazione. E, guarda caso, appena qualche giorno dopo sono riuscito a reperire l’unica foto della ragazza, che il sottoscritto e tutti gli altri discendenti non eravamo mai riusciti a trovare. Dopo quel sogno, inoltre, mi sono imbattuto in un carissimo amico d’infanzia, ossia S. E. il vescovo Mons. Nazzareno Di Marco, anche lui nativo di Castiglione di Sicilia ed oggi direttore della “Caritas” di Roma, il quale mi ha promesso che sarà al mio fianco nel perorare, dall’alto della sua autorevolezza, la beatificazione di Agata Tanina Nastasi».

A parte questi recentissimi eventi, in passato Mario Giuffrè ha avuto altre testimonianze dirette del potere santifico della sua antenata, tra cui la risoluzione di alcuni casi giudiziari riguardanti persone di sua conoscenza, dove la verità è stata appurata grazie alle implorazioni rivolte ad Agata Tanina Nastasi, l’inatteso rifiorire di un suo appezzamento di terreno cui mani ignote avevano appiccato il fuoco nel 2011, nonché la guarigione del suo ginocchio sinistro, da anni paralizzato.

Rodolfo Amodeo  

 La foto intera di Agata Tanina Nastasi rinvenuta da Mario Giuffrè

FOTO: Gaetana Nastasi nella probabilmente unica sua foto esistente ed, accanto, uno scorcio panoramico di Castiglione di Sicilia

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