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Francavilla: cento “emigrati” a Castroreale

Francavilla: cento “emigrati” a Castroreale

A partire da metà settembre, i tantissimi lavoratori forestali della cittadina dell’Alcantara saranno costretti a maturare le indispensabili settantotto giornate viaggiando quotidianamente alla volta del lontano Comune tirrenico. «Eppure – sostiene una loro rappresentanza – saremmo potuti rimanere nel nostro territorio in quanto detentore di quasi mille ettari di area boschiva per i quali, però, non è stato predisposto alcun progetto di forestazione»

I lavoratori forestali siciliani “settantottisti”, ossia che necessitano di almeno 78 giornate lavorative all’anno per poter beneficiare dell’indennità di disoccupazione, stanno tirando un sospiro di sollievo in quanto il Governo Regionale è riuscito “in extremis” a reperire i fondi per garantire loro tale periodo occupazionale a partire da metà settembre. Per quelli di Francavilla di Sicilia, però, non c’è tanto da esultare: per quasi tre mesi, infatti, dovranno fare quotidianamente la spola tra il loro Comune ed il lontano paesino tirrenico di Castroreale (nell’entroterra di Barcellona Pozzo di Gotto), distante sessantacinque chilometri percorribili mediamente in un’ora e tre quarti.

A lamentarsi di ciò non è certo una sparuta minoranza di francavillesi, in quanto, allo stato attuale, sono ben centodieci i residenti nella cittadina dell’Alcantara che vivono di tale attività di bracciantato a tutela dei polmoni verdi, in parecchi casi unica e sola fonte di sostentamento per interi nuclei familiari.

E dire che ci sarebbe stata per loro la possibilità di rimanere a guadagnarsi il pane nello stesso territorio di Francavilla, così come avveniva in passato: questo, almeno, è quanto sostiene un comitato spontaneo di forestali settantottisti francavillesi formatosi in queste ore per denunciare il disagio cui andranno incontro, e del quale fanno parte, tra gli altri, Gaetano Malatino, Enzo Marino, Roberto Scirto, Carmelo Scuderi, Giuseppe Silvestro e, nel ruolo di portavoce, Antonino Papa.

«In pratica – spiega quest’ultimo – è successo che al municipio di Francavilla di Sicilia hanno “dimenticato” di presentare agli uffici regionali competenti i progetti per dei cantieri forestali da realizzare all’interno del territorio comunale, malgrado in esso ricadano quasi mille ettari di area boschiva, in particolare tra le contrade Cisterne e Vuturi. Ci è, quindi, toccato in sorte di essere assegnati ad un Comune lontanissimo della provincia di Messina, qual è Castroreale.

«E, come se non bastasse, parte delle nostre paghe verranno assorbite dalle spese di viaggio in quanto, essendo stati ingaggiati dall’Ufficio di Collocamento di Barcellona Pozzo di Gotto (nella cui competenza rientra il Comune di Castroreale), la relativa quota di rimborso farà riferimento ad un tragitto di pochi chilometri.

«Ancora una volta, dunque, siamo in presenza di un’occasione sprecata: in questo difficilissimo periodo di disoccupazione e crisi economica il lavoro forestale è una delle rarissime opportunità lavorative per tanti cittadini francavillesi, i quali però ci ritroviamo senza uno “straccio” di progetto che ci consenta di poter lavorare agevolmente nel luogo in cui viviamo.

«E ad essere penalizzato è, ovviamente, anche il territorio francavillese in quanto dei servizi che avremmo potuto espletare qui beneficeranno altri Comuni (tra cui Castroreale nonché Roccella Valdemone, S. Domenica Vittoria, Tripi, ecc.) che i rispettivi progetti di forestazione li hanno presentati per tempo ed in piena regola».

Morale della favola: a Francavilla di Sicilia il lavoro, sia pur precario e stagionale, potrebbe trovarsi dietro l’angolo, ma sta di fatto che risulta essere sempre più un “lusso per pochi”; bisogna, infatti, avere da parte un bel gruzzoletto per mettere la benzina all’automobile e le energie sufficienti a “macinare” giorno per giorno centinaia di chilometri per raggiungere quei luoghi più “fortunati” dove il lavoro ancora c’è.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: tre rappresentanti degli oltre cento lavoratori forestali francavillesi, ossia (da sinistra) Roberto Scirto, Antonino Papa ed Enzo Marino

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