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Catania: al “Vaccarini”, dopo l’autogestione, aperto “tavolo di trattativa” studenti-dirigenza

Catania: al “Vaccarini”, dopo l’autogestione, aperto “tavolo di trattativa” studenti-dirigenza

Continuano a Catania e hinterland, le proteste degli studenti medi, proteste assai articolate e che spesso stanno consumando momenti di contrasto, e anche di vere e proprie rotture, fra le diverse componenti antifasciste del movimento degli studenti.

Si registrano almeno due occupazioni d’istituto: quella del Boggio Lera e quella del Principe Umberto; la seconda è ancora in corso, dove la rottura, all’interno degli stessi istituti, è stata sancita e ufficializzata con comunicati e controcomunicati.

Intanto le proteste non si fermano e l’ultima, in ordine cronologico, è stata quella degli studenti del “Vaccarini” che  hanno dato vita all’occupazione e ad una articolata azione di autogestione che ha ottenuto, nonostante la brevità della protesta, l’apertura di un “tavolo di trattative” fra gli studenti e la dirigenza della scuola.

“I motivi dell’autogestione – spiegano gli studenti – sono stati l’indifferenza e il menefreghismo della dirigenza e tutto lo staff nei confronti delle richieste degli studenti che giornalmente vivono il disagio di non essere ascoltati o essere presi in giro da false promesse e grandi bugie; il terzo piano della scuola inagibile ormai da anni e oggi, a causa dei lavori inesistenti o inefficaci, ci troviamo con infiltrazioni d’acqua anche al secondo piano; la seconda postazione del bar e il cambio di gestione ormai richiesto e atteso dall’anno scorso;la disinfestazione richiesta due mesi fa e ancora non accettata;la richiesta di mettere fra i punti all’ordine del giorno del consiglio d’istituto, un’aula autogestita, oggi dopo 4 mesi non è stata effettuata neanche la convocazione del consiglio stesso. In poche parole solo un insieme di promesse fatte e non mantenute”.

“Verso la fine dell’autogestione – denunciano gli studenti – i rappresentanti d’istituto sono stati portati in presidenza e tenuti all’interno per un’ora e mezza.
Crediamo che non è normale reprimere gli studenti con del terrorismo psicologico solo perché esprimono il loro dissenso verso qualcosa che evidentemente non funziona”.

Alla fine dell’autogestione, gli studenti del Vaccarini aderenti ai LPS- Liberi Pensieri Studenteschi, hanno diffuso il seguente comunicato: “Il 17 e il 18 gennaio sono stati giorni importanti per i ragazzi del Vaccarini, giorni vissuti guidati dai principi di autorganizzazione e dell’autogestione.
La protesta è nata dopo le continue richieste non considerate degli studenti, e le infinite promesse non mantenute da parte della preside.

Questa volta la colpa è della città metropolitana (la nostra ex provincia) che è a tutti gli effetti la prima responsabile dei disagi che gli studenti si trovano a vivere quotidianamente durante le ore scolastiche. Adesso le nostre richieste sono state accettate. La prima cosa che abbiamo ottenuto, che per noi è un traguardo fondamentale, è stata un’aula autogestita. Successivamente abbiamo chiesto l’incontro con un membro della città metropolitana.
Dopo due giorni intensi, ricchi di sogni e di speranza, il Vaccarini ha ottenuto ciò che voleva: risposte. Questa protesta, “breve ma concisa”, ha portato i suoi frutti. Adesso dopo aver ottenuto anche un “tavolo di trattativa” ed un clima di reciproco incontro, ci fidiamo della nostra preside (non ci culliamo su questo, ma siamo speranzosi). La lotta ripaga sempre”.

Orazio Vasta

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