Giarre e l’amministrazione dei “due pesi e due misure”

“Il centro diurno di via Berlinguer non ha l’agibilità”. Lo affermava nei giorni scorsi il consigliere comunale di opposizione Fabio Di Maria.

Alla luce della riunione della IV commissione consiliare presieduta da Giusi Savoca svoltasi ieri proprio sull’argomento, le carenze non riguardano solo l’agibilità.

La struttura manca anche dell’autorizzazione allo scarico e, cosa ancor più grave, dell’autorizzazione sanitaria.

Lo hanno confermato, durante la riunione della IV commissione i rappresentanti dell’Ufficio Tecnico Comunale fornendo la documentazione richiesta da Fabio Di Maria.

Nonostante queste carenze normative che ne dovrebbero inibire l’utilizzo, soprattutto per questioni di sicurezza, in occasione delle festività natalizie, il centro diurno è stato affidato temporaneamente ad una ludoteca giarrese per organizzare, con scopo di lucro (6 euro il costo del biglietto) un villaggio di Natale dedicato ai bambini.

Immaginate un imprenditore che apre la propria struttura senza quei requisiti indispensabili di cui è sprovvisto il centro diurno?

Sorvoliamo sullo scopo di lucro, su chi abbia pagato l’energia elettrica, se vi fosse una regolare polizza assicurativa per coprire eventuali infortuni (in una struttura inagibile?) soprattutto per i bambini ma non si può assolutamente sorvolare su altri gravi aspetti della vicenda.

“La situazione del centro diurno per anziani è peggiore di quanto avevo ipotizzato – afferma Di Maria –: mancano, oltre all’agibilità, l’autorizzazione allo scarico e, di conseguenza, l’autorizzazione sanitaria. Questa amministrazione usa due pesi e due misure a seconda delle occasioni: nei confronti di quei cittadini che intendono intraprendere un’attività, che vogliono investire sul territorio, gli viene preclusa ogni possibilità perché l’Ente non rilascia l’autorizzazione allo scarico necessaria per ottenere l’autorizzazione sanitaria (sono una trentina le attività in queste condizioni ndR) mentre a chi interessa l’amministrazione viene data in affidamento una struttura pubblica senza che la stessa abbia i requisiti previsti dalla legge”.

E’ un fiume in piena Di Maria: “Questa amministrazione sta dimostrando chiaramente ciò che sa fare: nulla! E’ stato  permesso che dei bambini entrassero – a pagamento – in una struttura sprovvista dai requisiti previsti per legge con una semplice firma su una richiesta di autorizzazione mentre chi avrebbe titolo, a fronte di corposi investimenti, di poter aprire la propria attività rimane bloccato. Questo modo di gestire la cosa pubblica rappresenta un abuso nei confronti di alcuni cittadini e un favoritismo nei confronti di altri”.

D’altronde gli “scarichi” dei bambini e degli organizzatori non sono diversi da quelli altrui…

Tutta questa vicenda sembra manifestare una certa “confusione” da parte dell’amministrazione e degli assessori coinvolti, in primis il sindaco D’Anna ed il dimissionario (e futuro rientrante) Piero Mangano. Ma è spontaneo chiedersi anche se sia stato corretto l’operato dell’Ufficio tecnico giarrese.

Dov’è finito lo zelo dell’Utc, manifestato sin dalla scorsa primavera, quando si decise di inibire al pubblico e alle associazioni giarresi l’utilizzo dei vari parchi per le loro attività a meno che non avessero affittato i bagni ecologici? Dov’è finito lo zelo che tutt’oggi ne impedisce le aperture? Quello stesso zelo che ha messo il lucchetto, ad esempio, alla villetta di Largo Cismon del Grappa accessibile solo a tutti coloro che scavalcano la recinzione e che quindi ne fanno spesso un uso non appropriato?

Certo è che, dopo l’“affaire” stadio ed il suo “temporaneo” affidamento senza bando, la vicenda dell’affidamento del “centro diurno” sembra ancor più rispondere alla logica del “due pesi e due misure”. Ma tant’è. Sono solo illazioni…