Coinvolti nell’inchiesta, il consigliere comunale Orazio Barbagallo, presidente della Commissione Bilancio e Giovanni Cerami, direttore generale della Halley Consulting Spa. L’accusa contestata è di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. L’attività operativa della Dia si è concentrata sul progetto Home Care, finanziato dall’Unione Europea, per un importo di 252mila euro affidato alla Halley consulting. Secondo quanto è emerso dalle indagini che si sono avvalse di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, il direttore dell’Halley, Giovanni Cerami avrebbe consegnato al consigliere Orazio Barbagallo una mazzetta di 15mila euro, tale somma sarebbe stata poi divisa con il sindaco Maesano.
Stando all’accusa la somma versata altro non era che l’ennesima “rata” di Cerami in favore di funzionari comunali. Nell’ambito dell’inchiesta c’è poi una conversazione intercettata il 4 giugno scorso tra il sindaco Maesano e Barbagallo che, parlando al telefono, utilizzando un linguaggio particolarmente criptico.
Da tempo gli uomini della D.I.A. avevano rivolto l’attenzione investigativa nei confronti del primo cittadino e dei suoi collaboratori più stretti che lo coadiuvavano nella gestione amministrativa dell’ente che questi rappresentava, analizzando una serie di contratti stipulati dallo stesso. La mattina del 4 giugno Maesano e Barbagallo si sentivano telefonicamente concordando di vedersi di lì a poco, utilizzando un linguaggio criptico. Il tenore della conversazione permetteva agli investigatori della D.I.A. di comprendere la natura illecita dell’incontro; difatti, trascorso un breve lasso di tempo dalla telefonata, i due si incontravano e, dopo aver adottato ogni precauzione al fine di non essere intercettati o filmati, si recavano in area di campagna lontano da “occhi indiscreti” e lì procedevano alla ripartizione della tangente dell’ammontare di 15.000 euro. Nonostante le cautele adottate dai due pubblici amministratori, questi venivano intercettati in modo inequivoco e cristallino, tanto da consentire agli investigatori di risalire alla dinamica dei fatti delittuosi commessi. L’indagine ha offerto ulteriori elementi di interesse investigativo tutt’ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. I tre fermati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria catanese”.
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