Trovato il corpo senza vita della piccola Elena. Uccisa dalla madre per gelosia VIDEO

È stato trovato il cadavere di Elena, la bimba di 5 anni di cui era stata denunciata la scomparsa ieri a Tremestieri etneo. Il ritrovamento, a quanto si apprende, possibile grazie a “pressioni esercitate negli interrogatori” dagli investigatori.

 

 

Sarebbe stata la madre a fare trovare il corpo della piccola, della quale ieri la donna aveva denunciato il sequestro da parte di tre uomini armati e incappucciati, subito dopo aver prelevato la figlia all’asilo.
La donna è uscita poco fa dalla sua casa di Mascalucia, con la sua auto, accompagnata dai carabinieri.

Il cadavere della piccola, semisotterrato, è stato trovato in un fondo agricolo distante alcune centinaia di metri dalla casa dove viveva la bambina con la madre, in via Euclide che è il proseguimento di via Turati, a Mascalucia.

Da questa mattina, ininterrottamente, carabinieri e un elicottero stanno sorvolato la zona interessata. La notizia del ritrovamento è arrivata intorno alle ore 10.30.

IL FINTO RAPIMENTO 

La denuncia della madre da subito è apparsa “poco credibile” nella ricostruzione fornita agli inquirenti. Alcune ‘anomalie’ sono emerse subito agli investigatori. La dinamica del sequestro nel racconto della donna: tre uomini incappucciati e uno armato di pistola. Nessun testimone, oltre lei, dell’episodio. Non chiama subito aiuto sul posto, telefonando al 112, ma prima va a casa e poi con i familiari dai carabinieri a presentare la denuncia. Anomalie che hanno portato carabinieri e Procura a pressioni sulla donna che ha rivelato dove trovare il corpo della figlia.

I SOSPETTI INIZIALI SUL PAPA’

Il padre della bambina in passato è stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti ed è stato anche indagato per una rapina, reato, quest’ultimo, da cui è stato poi assolto per «non avere commesso il fatto».

Un episodio che è stato ricordato dalla sorella del padre della piccola, Vanessa Del Pozzo: «Martina Patti, la mamma di Elena, voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina, ma fortunatamente fu scagionato completamente.Un episodio che è stato ricordato dalla sorella del padre della piccola, Vanessa Del Pozzo: «Martina Patti, la mamma di Elena, voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina, ma fortunatamente fu scagionato completamente.

LA CONFERENZA STAMPA

Oggi pomeriggio alle 17,  nella sede del Comando Provinciale Carabinieri di Catania Piazza Verga si è svolta una lunga conferenza stampa sull’omicidio della piccola Elena, presieduta dal comandante provinciale col.Rino Coppola.

 

LA DINAMICA DEL CRUENTO OMICIDIO 

La donna avrebbe detto di avere agito senza capire quello che stava facendo. Non è riuscita a fornire una dinamica completa del delitto né del movente. La Procura contesta alla donna fermata l’omicidio pluriaggravato e l’occultamento di cadavere. Dall’interrogatorio è emerso che la bambina sarebbe stata uccisa nella sua abitazione a Mascalucia dalla madre, che avrebbe poi portato e nascosto il corpo della piccola in un vicino terreno di campagna abbandonato, cercando di coprire il cadavere con della terra e cenere lavica. Il delitto sarebbe commesso dopo che la donna aveva preso la bambina all’asilo, mentre era sola in casa.

Un aiuto alle indagini potrà arrivare dall’autopsia disposta per accertare le modalità del delitto. La bambina sarebbe stata uccisa con un fendente, probabilmente un coltello da cucina. La donna avrebbe inferto diversi colpi al collo, all’orecchio, alle spalle. Il corpicino di Elena si trova al momento all’obitorio del Cannizzaro dove è prevista a breve l’esecuzione dell’autopsia.

LA NOTA DEI CARABINIERI. LA MAMMA ARRESTATA PER OMICIDIO PREMEDITATO

I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziati di delitto nei confronti di Martina Patti Martina, 24 anni, ritenuta responsabile dei delitti di omicidio premeditato pluriaggravato della figlia Elena di quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere sotterrandolo, commessi il 13 giugno u.s., in Mascalucia.

Le indagini hanno consentito di ricostruire, seppur in una fase procedimentale caratterizzata dall’assenza del contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la responsabilità personale a seguito della denuncia presentata dalla medesima PATTI nel decorso pomeriggio presso la Tenenza di Mascalucia, allorquando, suscitando un gravissimo allarme sociale, veniva segnalato il sequestro della predetta Elena ad opera d un non meglio indicato gruppo di uomini incappucciati che, verso le 15 circa, dopo aver bloccato l’autovettura condotta dalla madre lungo la via Piave e minacciatala mediante una pistola/una mazza, l’avrebbero rapita, preannunciandone la morte.

Nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, l’episodio sarebbe una conseguenza del comportamento dell’ex compagno (DEL POZZO Alessandro, 24enne con precedenti in materia di spaccio) per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto.

Le prime risultanze investigative, anche grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di accertare la mancata corrispondenza al vero del fatto denunciato, attesa l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad oltranza della propria versione da parte della PATTI.

LE INDAGINI SERRATE  La serrata attività di indagine dei militari del Nucleo Investigativo, che aveva portato anche ad escutere per tutta la notte, tra gli altri, Martina PATTI e Alessandro Del  Pozzo, ha fatto emergere un triste quadro familiare costituito da due ex conviventi che a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro. In particolare, la donna, nei confronti della quale nel corso della nottata è stato contestato il reato di false informazioni al pubblico ministero, a fronte delle continue sollecitazioni da parte degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile versione fornita, ha ceduto soltanto nella tarda mattinata allorquando i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche si apprestavano ad effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la stessa risiedeva unitamente alla figlia. Secondo quanto emerso, la stessa potrebbe aver posto in essere il gravissimo gesto anche per via di una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la propria figlia.

Al riguardo, la PATTI, messa alle strette, ha dapprima indicato ai militari il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia (sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati di questa Procura, ha confessato l’orrendo crimine, precisando di averlo portato a termine in maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST), utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per nascondere il corpo nella terra.

Il corpicino della bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta omicida sarà associata presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.

MASCALUCIA IN LUTTO

Il giorno dei funerali della piccola Elena sarà lutto cittadino. Tutte le celebrazioni in onore del patrono di Mascalucia, San Vito, sono state annullate per rispetto al dolore della famiglia. Domani, alle 19, nella chiesa San Vito, ci sarà un momento di preghiera in memoria della bambina. La messa sarà presieduta da monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania.