Tempi duri anche per le agenzie di viaggi che, da quando è scoppiata la pandemia, ormai quasi un anno fa, sono praticamente ferme. A Giarre le agenzie viaggi sono cinque, a Riposto sono due e i loro problemi sono comuni a quelli di tutte le altre agenzie.
Quando è stato possibile riaprire le agenzie si sono attrezzate con plexiglass, mascherine distanziamento, investimenti che non sono rientrati e non si sa sino a quando. Soprattutto, manca la possibilità di potere programmare.
A luglio e agosto 2020 chi ha potuto è partito per il villaggio mare-Italia, tutto last minute. Dopo, il nulla. «Sono saltati tutti i viaggi di nozze – continua Giusi Pulvirenti – le liste nozze, gli eventi. Tante categorie hanno potuto aprire e riprendere l’attività, noi adesso teniamo aperti per dire che ci siamo».
Pulvirenti riferisce che la cassa integrazione è arrivata a singhiozzo. Sono arrivati i 2mila euro dati dalla Regione indistintamente a tutti, a prescindere dal fatturato e ora le agenzie restano aperte sperando di resistere.
Poi c’è l’indotto. «Il turismo è volano di tanti altri servizi – aggiunge Pulvirenti -: se facciamo incoming e facciamo arrivare i turisti questi poi hanno bisogno di noleggio veicoli con conducenti, con noi lavorano B&b, alberghi e ristoranti».
Altro capitolo è poi la concorrenza degli abusivi, come associazioni che sono agenzie viaggi camuffate ma senza gli oneri e le garanzie offerte da un’agenzia in regola.
L’invito è quello di sostenere le attività locali e, appena si potrà ripartire, tornare nelle agenzie viaggi: «Siamo piccole realtà locali che fanno girare i soldi che restano in Italia – conclude Giusi Pulvirenti -. Molto spesso le persone prenotano su piattaforme che portano i soldi all’estero».