Nei giorni scorsi si è svolta la riunione del Comitato regionale faunistico venatorio ove l’Assessore regionale all’Agricoltura, on. Edy Bandiera, ha presentato la bozza del Calendario venatorio 2020-21. Il documento prevede l’apertura anticipata della stagione di caccia (c.d. “preapertura”) sin dal prossimo 2 settembre anziché al 1° ottobre; la caccia al Coniglio selvatico in assenza di censimenti preventivi, anche con l’uso del furetto; l’inclusione tra quelle cacciabili anche di specie in declino a livello internazionale (Tortora, Pavoncella e Moriglione) o addirittura molto rare come il Combattente.
Ai rilievi dell’ISPRA si aggiunge il Ministero dell’Ambiente, che ha chiesto alle Regioni di depennare Pavoncella e Moriglione dall’elenco delle specie cacciabili, in quanto in declino in tutta Europa, e di vietare la caccia in preapertura alla Tortora.
Secondo Legambiente, Lipu e Wwf, questo Calendario venatorio, così come formulato, sarebbe illegittimo perché ripropone le medesime disposizioni già ampiamente e costantemente censurate dal Giudice amministrativo sotto il profilo della legittimità e della violazione delle disposizioni della L. 157/92 sulla tutela della fauna, della vincolante normativa comunitaria (Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”), delle Linee Guida nazionali e dei Documenti tecnici elaborati da ISPRA e Ministero dell’Ambiente.
Già nella stagione 2018-2019 Legambiente, Lipu e Wwf avevano impugnato il Calendario venatorio ottenendo la sospensione della caccia, per cui sui temi dei periodi e delle specie cacciabili vi è un contenzioso in atto pendente presso il Tribunale Amministrativo regionale di Palermo (ric. n. 1569/2018) e presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa (ric. n. 732/2018), che l’Amministrazione regionale non può ignorare.
Legambiente, Lipu e Wwf, pertanto, hanno inviato una diffida all’Assessore Bandiera, al Presidente Musumeci ed al Dirigente del Dipartimento Sviluppo rurale, invitando la Regione a regolamentare il prelievo venatorio nel pieno rispetto della normativa statale e comunitaria, recependo integralmente i pareri e le indicazioni di ISPRA e Ministero dell’Ambiente. In caso contrario, le Associazioni ambientaliste preannunciano di voler adire le azioni giudiziarie ritenute più opportune.