“La misura ormai è colma. Abbiamo fatto il possibile per evitare la rescissione del contratto ed il ricorso al Giudice, sapendo che questo avrebbe ulteriormente allungato i tempi, ma se i lavori non riprendono subito saremo costretti a farlo”.
E la dolorosa considerazione del sindaco di Bronte, avv. Graziano Calanna, che ha invitato l’ing. Salvatore Caudullo, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, ad inviare una diffida al Consorzio di imprese Ciro Menotti di Ravenna che nel luglio del 2016 si è aggiudicato i lavori restauro, ristrutturazione e riuso del Castello Nelson di Bronte.
I lavori, infatti, sono ancora fermi nonostante gli appelli e le continue missive ed interlocuzioni fra il Comune ed il Raggruppamento di imprese che, a quanto pare, nonostante le rassicurazioni non riesce a riportare gli operai in cantiere, non completando l’opera ed impedendo ai turisti di accedere all’interno dell’antico maniero per ammirare i quadri ed i suppellettili oggi protetti da robusti teli in plastica.
“Tutto con grave danno per l’economia turistica del Comune e dell’intero territorio. – continua a spiegare Graziano Calanna – Il Castello, oltre a rappresentare l’unica testimonianza di proprietà inglese in Sicilia ha un grade valore dal punto di vista storico ed architettonico. Normalmente ogni anno attira anche più di 30 mila turisti, che ovviamente nel territorio mancano. Il Comune – ribadisce – in questa vicenda ha fatto sempre il possibile pur di risolvere tutte le questioni senza allungare i tempi. Adesso però la situazione sta diventando insostenibile”.
“Problemi – continua il sindaco – fra le imprese che fino ad oggi sembrano insormontabili, ma che Bronte ed i brontesi non possono continuare a subire. Noi crediamo nel Castello Nelson. Pensante che recentemente abbiamo ottenuto un finanziamento di oltre 296 mila euro previsti nel programma Po Fesr 2014/2020, per trasformarlo in un museo multimediale. Il raggruppamento di imprese è già in ritardo. Se non riprendono i lavori, nostro malgrado, saremmo costretti a rescindere il contratto in danno all’impresa, applicando tutte le penali previste dal caso”.